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Un negozio storico trevigiano festeggia due compleanni in uno a Natale

Proprio all'inizio del Calmaggiore, la via maestra dello "struscio" cittadino, c'è un negozio che ogni trevigiano conosce assai bene e dove entra a colpo sicuro quando deve cercare un articolo di pelletteria che non abbia il fatuo appeal dell'ultimo nome di grido trillato dalla "fashion influencer" di turno ma la solida, inossidabile sostanza del marchio di tradizione. Soligo pelletteria, questo il nome, festeggia il mezzo secolo d'attività, traguardo ragguardevole assai che si somma ai 70 anni d'ininterrotto lavoro del suo nume tutelare, il signor Flaviano, classe 1938, quintino del Borgo entrato a 13 anni come garzone di bottega da Gasparini " el scarper" di Quinto per poi essere assunto, subito dopo la guerra, alla Trevigiana Pellami e successivamente alla ditta Aldo Caneva in piazza Duomo, due nomi storici del mondo del cuoio cittadino. - Raddrizzavo chiodi - racconta, tra il serio ed il faceto, il signor Flaviano - ma intanto "rubavo il mestiere", come si diceva allora, sognando di aprire un negozio tutto mio-. Quel mondo fatto di lisse, marcapunti, tirasuole, pinze per occhielli nel 1968 divenne, rilevando l'attività della Caneva Aldo, il suo sogno realizzato.

Con lungimirante intuito non fu più solo scarpe ma tutto ciò che è pelletteria, dalle cinture alle valigie, dalle agende ai guanti, alle borse d'ogni foggia e dimensione seguendo l'evoluzione del costume senza dimenticare quei prodotti, ormai introvabili ,per far rinascere pelli e scamosciati logorati dall'uso o, come gli alzatacchi, per ringalluzzire qualche cliente affranto dalla propria "altezza" che escono, a richiesta, dalle storiche cassettiere, tipiche dei negozi d'un tempo, poste dietro il lungo bancone ligneo che ti accoglie appena entrati.Tanti i clienti illustri passatigli davanti che , se solo potesse parlare, scriverebbe un ponderoso libro di aneddoti di storia cittadina. Storia che si fa in due con l'altro negozio aperto a San Leonardo nei pressi di quella ruota di mulino che fa da balcone all'isolotto della Pescheria e che prosegue coi figli che hanno affiancato il signor Flaviano, Mario, Sandra e Stefano, perpetuando così la tradizione di famiglia.

Vittore Trabucco


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