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Alla Treviso-Ostiglia, Ultimo Miglio, ecco la "Giornata mondiale delle api"

La "Giornata mondiale delle api" appena celebrata ci vorrebbe sensibilizzare sull'importanza fondamentale degli impollinatori, sulle minacce che incontrano quotidianamente grazie alla specie più rapace del pianeta, quella umana e sul loro contributo strategico per lo "sviluppo sostenibile" di cui tanto ci riempiamo la bocca. Non solo api ma pure farfalle, pipistrelli e colibrì col loro instancabile lavoro consentono alle piante di riprodursi e a noi di vivere visto che ci nutriamo dei frutti delle piante impollinate.

La data, il 20 maggio, venne scelta nel 2017 dall'Assemblea dell'ONU per onorare Anton Jansa, pittore ed apicoltore sloveno (1734-1773) precursore dell'apicoltura razionale tutt'ora praticata seguendo i suoi dettami illustrati nelle sue due opere "Trattato sulla sciamatura delle api" e quel "Manuale completo di apicoltura" uscito postumo e divenuto subito la bibbia del settore grazie anche ad un editto dell'imperatrice Maria Teresa che obbligava tutti gli apicoltori a seguire le indicazioni contenute nei libri di Jansa. "Tra tutte le creature del buon Dio non ce n'è nessun altra che sia allo stesso tempo docile, utile, poco esigente ed instancabile come l'ape" scriveva.

Ebbe pure il merito di dare il giusto ruolo ai fuchi, considerati fino ad allora dei miseri "portatori d'acqua" dell'alveare e contribuì a divulgare gli studi di altri naturalisti tra cui è giusto menzionare Giovanni Antonio Scopoli (1722-1788) naturalista, medico ed accademico della Val di Fiemme. La moria di questo prezioso imenottero che ha raggiunto cifre impressionanti in questi ultimi anni tanto da allarmare non solo gli apicoltori ma pure il comparto industriale che gravita attorno ai prodotti dell'ape ha portato, finalmente, ad un cambiamento di rotta salutare concretizzatosi in una serie di provvedimenti che hanno contribuito ad arrestare il fenomeno e a far intravvedere segnali concreti di speranza a beneficio di tutti, produttori e consumatori. Ed api in primis.

In Ostiglia, lungo l'Ultimo Miglio, la giornata si è celebrata con un evento davvero speciale: la sciamatura delle api di Lino che abita proprio a ridosso del tracciato ed è stato tra i soci fondatori del Gruppo Apicoltori Trevigiani. Il fenomeno avviene quando la famiglia degli insetti è florida e va a riprodursi con individui di circa 12/18 giorni che è il periodo in cui le ghiandole ceripare sono perfettamente sviluppate ed in grado di costruire nuovi favi. Il ronzio incessante ha un suono particolare e fa eco a quello della regina. Mentre i fuchi vagano senza meta presi dalla "febbre da sciamatura" alcune operaie stazionano davanti l'arnia da cui è fuoriuscito il resto dello sciame in attesa che le "esploratrici" attraverso una specifica danza comunichino a tutte la nuova meta della dimora. Sarà cura dell'apicoltore recuperare il nugolo degli insetti e portarli in un'arnia tutta nuova. Uno spettacolo emozionante che ha lasciato stupefatti gli escursionisti, davvero fortunati, capitati proprio in quel momento a ridosso delle arnie e della grande acacia, meta profumata ed invitante dello sciame ronzante. Il miele di Lino avrà quest'anno un sapore davvero speciale.


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