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Treviso-Ostiglia: decine di pesci morti nell'Oasi del Capitello

Improvvisa crisi anossica o avvelenamento da sostanze tossiche sversate proditoriamente? E' la domanda che i residenti di strada dell'Aeroporto si stanno ponendo dopo aver constatato martedì mattina, 9 giugno, l'improvvisa strage della folta famigliola di triotti (Rutilus aula), una trentina circa, che popolava da mesi le acque placide del grande fossato a fianco del tempietto votivo intitolato al Santissimo Nome di Maria ingrossato dalle recenti, copiose, piogge.

Una piccola oasi, quella del capitello, che seppur lambita dalla traversa della Noalese, regala un momento di pace e relax agli escursionisti della vicinissima Ostiglia, a pochi metri inizia l'Ultimo Miglio, vuoi per un momento di preghiera, vuoi semplicemente per una pausa, godendo degli splendidi fiori che adornano le palizzate lignee e del lento fluire silente dell'acqua. Un luogo curato con passione dalle famiglie della zona , recuperato dall'oblio nel 1975 da Silvio, Giuseppe, Egidio e Pietro, da allora detti "i 4 moschettieri", che crearono ,con passione e cisterne d'olio di gomito, da una montagnola di rifiuti e sterpaglie ,dove a mala pena si riusciva ad intravvedere il manufatto ottocentesco, quello che oggi s'ammira, vanto dell'intera contrada della Moncia. I pesci galleggiavano inanimati e, ad un esame più attento, risultavano pure sbocconcellati in vari punti segno del passaggio della coppia di aironi cenerini che dal vicino Sile e dall'Oasi di Cervara svolazzano periodicamente qui alla ricerca di facili, gustose prede. Ora tutti sperano che proprio le recenti, copiose piogge facciano migrare dal Sile o da qualche canaletta del consorzio Brentella che corre lungo i campi vicini altri pesci a ripopolare questa piccola, suggestiva oasi.

Vittore Trabucco


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