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Treviso-Ostiglia Ultimo Miglio= lo stallo prima dello schianto finale

TREVISO Lo stallo, come ben sanno i piloti d'aereo, è la situazione più pericolosa in cui si può incappare volando, specie se improvvisa, assai difficile da governare e che porta in moltissimi casi allo schianto al suolo dopo la cosiddetta "entrata in vite" dove l'aeromobile, s'avvita appunto su se stesso. Tale è oggi la situazione dell'Ultimo Miglio della ciclopedonale TV/Ostiglia, l'opera che avrebbe già dovuto essere completata il 30 agosto scorso, stando ai 115 giorni previsti dal progetto , messi nero su bianco nel banner che campeggia all'inizio del tratto, in strada dell'Aeroporto, qua a San Giuseppe, dietro casa mia. Uno stallo che, nonostante le risultanze affatto allarmanti di Arpav sui campionamenti effettuati sia sul terrapieno "incriminato" sia nell'area attigua, ha scatenato una bagarre politica- si sente ormai aria d'elezioni!- alla ricerca di colpe e colpevoli a destra e a manca auspicando addirittura l'interessamento della magistratura, col risultato immediato di portare l'Ultimo Miglio dallo stallo attuale all'avvitamento e all'inevitabile schianto, dipingendo poi il mio quartiere come una novella "terra dei fuochi" con la gente, noi che qui siamo nati ed abitiamo, terrorrizzati "perchè non informati". Risultato? Cantiere fermo, spariti tutti per l'ennesima volta - sto perdendo ormai il conto di tutti gli "stop&go" succedutisi dal 13 aprile scorso, data dell'inaugurazione solenne- e la netta sensazione d'essere già di fronte all'ennesima incompiuta regionale, Pedemontana docet!. Con un'aggravante enorme: un'intera stagione turistica buttata "a ramengo" e la tristissima ed avvilente storia delle centinaia di turisti certi, cartine ed app alla mano di proseguire sino al punto d'arrivo del percorso, la stazioncina di Santi Quaranta, e da lì verso il centro storico e la Restera trovatisi invece a chiedermi lumi su cosa fosse accaduto e su come eventualmente continuare un'escursione monca. Una situazione kafkiana che mi fa reiterare la domanda, ancora senza risposta: a chi giova tutto ciò? Forse a recuperare le mai accantonate allucinazioni di metropolitane di superficie, di raddoppi di statale, di centri congressi, velodromi et similia? Ricordando infine che in quegli anni ruggenti. oltre chi operava nei cantieri dell'area ex-dogana, a spargere, con le stesse botti per la "grassa", liquami d'ogni sorta erano gli stessi proprietari dei fondi agricoli , formulo un auspicio: ritorni subito il sig. Buon Senso, la cui repentina scomparsa sta provocando danni irrimediabili. Vittore Trabucco


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