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Giulio Pagnossin e la sua ceramica: il libro, la storia e...'desso moèghea...

Un salone dei 300 gremitissimo,posti a sedere esauriti in brevissimo tempo occupati persino gli scranni dei consiglieri comunali e decine di persone in piedi: questo il colpo d'occhio che si è presentato sabato alla presentazione del libro del giornalista-scrittore Prando Prandi dedicato a Giulio Pagnossin,figura cardine ed imprescindibile dell'imprenditoria trevigiana , personaggio vulcanico nel suo carattere duro e nella sua immensa generosità. Il signor Giulio, mai titolo di libro fu più azzeccato, non fu mai il "siòr paròn dalle belle braghe bianche" come qualcuno degli ospiti intervenuti l'ha maldestramente descritto palesando così di non averlo affatto conosciuto e rifugiandosi nei più triti stereotipi del "padre-padrone" di leddiana memoria ma, semplicemente e per tutti, a cominciare dai suoi dipendenti,"il signor Giulio" e basta., Certo con un caratterino "rùspego" ma pure con un cuore d'oro. Lo dico con profonda cognizione di causa essendo figlio di uno degli artisti decoratori che sin dal 1949 hanno dipinto la storia di questa nostra ceramica trevigiana. Una storia d'eccellenza e di record tutt'ora ineguagliati, vedi lo scudetto del basket femminile, e di una volontà ferrea d'essere sempre un passo avanti, a cominciare dall'auto che , innamorato folle dei motori, si scelse: la splendida Citroen Maserati 2.7 SM, una vettura a distanza siderale, in tutto, da quelle in produzione in quegli anni . Se il padre Angelo rilevando nel 1919 dai Della Giovanna, emigranti svizzeri del Malcantone, la fornace di via Noalese 94, pensò di mettere sulle tavole d'ogni italiano un servizio di piatti per mangiare, Giulio quei piatti li mise sui deschi di tutto il pianeta . Inarrestabili in quel salone gremito sono fluiti i ricordi e gli aneddoti perchè la grande famiglia Pagnossin era lì commossa e felice di essersi ritrovata.Un libro-esca quello presentato perchè ti piglia all'amo e non ti molla più portando il lettore attraverso i ruggenti anni del boom quando Treviso, grazie a Giulio Pagnossin, si ritrovò a primeggiare nel mondo. Qualcuno di questi record? Primo ad ottenere il massimo riconoscimento giapponese per l'industria manifatturiera, primo a capire l'importanza incredibile del Circus della F1 per fare marketing planetario, primo ad investire sulla disabilità con la Nostra Famiglia di Conegliano, primo a portare design ed arte in tavola con le futuristiche, per l'epoca, realizzazioni del grande artista trentino allievo di Picasso, Dali e Manrique, Riccardo Schweizer. Qualcuno s'è pure arrischiato a dire che c'era un solo grande assente mentre sullo schermo scorrevano le immagini della sua e della "nostra" vita ma dal fondo della sala è parso a tutti di sentire distintamente la sua stentorea voce " 'desso moèghea!..." a zittire l'incauto. Perchè il signor Giulio era seduto accanto a noi, altro che assente!

Vittore Trabucco


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