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Ben 105 anni alla faccia del Covid: buon compleanno Argia

Oggi, 16 gennaio a San Giuseppe di Treviso ha spento la bellezza di 105 candeline Argia Granello vedova Colusso, la super nonnina della contrada Moncia e, visto che risiede a ridosso del tracciato, pure dell'Ostiglia. Non sono bastate due Guerre Mondiali nè la terribile "spagnola" che seminò 50 milioni di morti nè quest' ultimo arrivato nella nostra "valle di lacrime" terrena, il Covid Sars 2, a minarne la tempra d'acciaio racchiusa in un fisico minuto e all'apparenza esile ma di una incredibile, titanica forza che si manifesta quando t'afferra un braccio, se sente che non la badi , costringendoti a pregarla di lasciarlo perché temi una frattura di qualche ossicino. Nel 2013 ebbe pure i ladri in casa che, per un puro caso, la lasciarono incolume, accanendosi purtroppo sulla sua figlia, allora ultrasettantenne, Bruna che, ora come allora, vive con lei. Un'infanzia segnata dai rivoli delle "mattanze" della Grande Guerra, stigmatizzate dagli articoli del giornale della diocesi patavina, la Difesa del Popolo, che esecrava i comportamenti di quelli che se la spassavano nelle città tra gozzoviglie e sollazzi d'ogni sorta mentre la meglio gioventù veniva dilaniata dai cannoni e dal filo spinato delle trincee.

Una giovinezza con le scorribande fasciste a caccia di partigiani tra i campi ed i colmelli di Quinto e Paese ed il suo giovane sposo, Domenico, ucciso in un'incidente stradale sulla Noalese, la statale che si sarebbe rivelata assassina in troppe occasioni, in quel di Quinto, che la lasciava sola con tre figlie da crescere. Arrivare a questa veneranda età significa aver "seminato bene", senz'ombra di dubbio ed i frutti, ora che ha bisogno d'aiuto costante, li sta raccogliendo copiosi. L'anno appena passato segnato dalla pandemia del Covid li ha fatti maturare e si riassumono in un parola: vicinanza. Che è stata pure la recente esortazione a noi tutti fatta dal Santo Padre Francesco. Un sentimento che è mutato, in questo pesante frangente storico, in virtù. Necessaria quanto o forse più del vaccino anti Covid. Vicinanza della sua famiglia in primis ma anche, ed è la cosa più bella, della contrada tutta in cui Argia abita, la Moncia.

La vicinanza dei piccoli gesti quotidiani, della presenza mai invadente ma sempre rassicurante, della condivisione dei problemi e degli imprevisti che spesso capitano,che ha fatto raggiungere ad Argia questo splendido traguardo. Alla consegna stamane di un piccolo regalo da parte delle famiglie del vicinato, ha ringraziato cantando, com'è solita fare quando straripa di gioia e distribuendo baci allo stupito e divertito "ambasciatore" invitando poi lui e tutti gli astanti ad andare in cucina per un brindisi di evviva alla sua salute. Invito accolto all'istante: guai a contrariare questa simpaticissima, inossidabile Matusalemme!


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