Scuola

Riapertura delle scuole a settembre, la proposta di Cisl Scuola

I sindacati annunciano un nuovo protocollo per poter far ripartire in sicurezza il prossimo anno scolastico. Chiesto un confronto con il Ministro dell'Istruzione

Un protocollo per la sicurezza per la scuola, in linea con quello definito il 14 marzo per le aziende, da declinare e adeguare alle singole realtà territoriali e alle singole scuole, per garantire ad alunni, insegnanti e personale amministrativo un rientro adeguatamente preparato e governato in settembre. Lo propone la Cisl Scuola, che chiede al Governo l’apertura immediata di un confronto tra Ministro dell’Istruzione e parti sociali per avviare sin da subito l’elaborazione congiunta del documento.

«La domanda che dobbiamo cominciare a porci è: come si potrà rientrare a scuola? Con quali accorgimenti? - afferma Teresa Merotto, segretario generale della Cisl Scuola Belluno Treviso - È chiaro a tutti che in questo momento non siamo pronti e che se si vorrà ripartire a settembre con le lezioni in presenza, dobbiamo cominciare a lavorare da subito per rendere possibile l’avvio del nuovo anno scolastico in sicurezza. Il 1° settembre, infatti, ci troveremo ad affrontare non solo tutte le criticità presenti ad ogni inizio delle lezioni (posti vacanti con cifre a 3 zeri, nomine supplenti, definizione orari, accoglienza e inserimento dei nuovi alunni,) ma anche i problemi legati all’emergenza sanitaria, con la necessità di entrate e uscite scaglionate, attività didattiche miste fra presenza e distanza, nuovi spazi da definire per assicurare i distanziamenti, dispositivi di sicurezza da distribuire, sanificazione e pulizie straordinarie da assicurare. La scuola è un sistema complesso, una macchina organizzativa difficile da gestire in condizioni normali, figuriamoci in una situazione straordinaria”.
In provincia di Treviso in settembre torneranno sui banchi quasi 110.000 alunni, 9.000 docenti, 2.800 Ata (il personale amministrativo, tecnico e ausiliario), con evidente impatto anche sulla mobilità e sulle famiglie. “Per questo - spiega Merotto - chiediamo che fin da ora si cominci a lavorare per un avvio in sicurezza delle attività scolastiche, per definire un quadro di regole condivise, a garanzia e tutela di tutti alunni, personale scolastico, famiglie e collettività».

Cisl e Cisl Scuola chiedono l’apertura di un confronto tra Ministro dell’Istruzione e parti sociali per la predisposizione di un Protocollo nazionale della sicurezza per la scuola. Il protocollo nazionale andrà poi adeguato alle singole realtà territoriali e alle singole scuole con il coinvolgimento di tutti i soggetti che contribuiscono all’erogazione del servizio scolastico (uffici scolastici, enti locali, aziende di trasporto pubblico, aziende sanitarie, dirigenti, Rsu, responsabili dei servizi di prevenzione e sicurezza). Ma non solo. Vanno verificate e predisposte le vie di ingresso ed uscita, l’ampiezza delle aule, la disponibilità e la gestione degli spazi comuni, la densità delle classi. «E serve un piano di investimenti straordinari, come si sta facendo per le attività produttive - prosegue la responsabile della Cisl Scuola Belluno Treviso - per interventi di edilizia leggera al fine di ridefinire l’utilizzo degli spazi all’interno degli edifici scolastici, ed è necessaria una ricognizione per individuare ulteriori spazi disponibili nei territori, da usare nelle situazioni più critiche per risolvere le criticità e i problemi di assembramento non altrimenti risolvibili. Bisogna affrontare il problema degli spazi esigui delle aule scolastiche, delle classi sovraffollate, e di conciliazione fra le nuove esigenze e gli organici, oggetto di molti tagli in questi anni, ma anche di come gestire le pulizie, la vigilanza e il controllo del rispetto delle regole». È chiaro, secondo la Cisl Scuola, che per attivare misure organizzative adeguate alle nuove necessità legate alla gestione della sicurezza è indispensabile, per l’avvio del nuovo anno, un potenziamento straordinario delle dotazioni organiche del personale docente e Ata.

Infine, la didattica a distanza. Si ipotizza infatti che a settembre non si potrà rientrare tutti a scuola a pieno regime. Sarà dunque ancora necessario ricorrere alle lezioni a distanza. «La scuola ha fatto la sua parte in questi mesi - afferma Merotto -, i ragazzi hanno capito la gravità del momento e si sono dimostrati responsabili. Le famiglie e la collettività hanno potuto toccare con mano quanto un sistema scolastico troppo spesso bistrattato e ‘razionalizzato’, abbia trovato dentro di sé la forza per rispondere. Lo sforzo da parte di tutti è stato encomiabile, ma non tutto sta funzionando. Vanno colmate le disuguaglianze di accesso alle attività on line, garantita la connessione a tutti e un supporto vero ai soggetti più fragili. Vanno anche evitate sovraesposizioni a videoterminali e un uso disordinato delle piattaforme digitali, oltre al fatto che va garantito il diritto alla disconnessione (per tutti alunni e docenti) e la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro”.
“Per questo - conclude Merotto - riteniamo che anche le attività a distanza vadano regolamentate, passando anche qui alla fase due e riconducendo questo esperimento a un contesto di sostenibilità per tutti, docenti, studenti, famiglie. Il rischio è che questa ‘costruzione’, edificata con tanto impegno e abnegazione, possa a un certo punto implodere, andando a disperdere un bagaglio di conoscenze e competenze digitali spendibile anche in futuro per l’innovazione della scuola».


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