Politica

Ritardi sulla Pedemontana Veneta, la Regione risponde alle accuse del Partito Democratico

Il consigliere regionale Andrea Zanoni: "La Regione continua a non ascoltare la Corte dei Conti: perché non sanziona le imprese inadempienti?"

“Il Partito Democratico trevigiano segue da tempo le criticità della Pedemontana Veneta e a darci ragione arriva il recente ammonimento della Sezione regionale di controllo della Corte. Nella loro relazione i magistrati contati chiedono lumi sull'avanzamento dei lavori, così come alla Regione di procedere con la rivalutazione dei profili di economicità e di congruità contrattuale dell'opera. Evidenziando incertezze sulla tabella di marcia, sul saldo finanziario e sugli introiti derivanti dai pedaggi, che potrebbero essere inferiori vista la possibile riduzione del 13% del traffico rispetto alle stime iniziali e sul mancato esercizio del potere sanzionatorio regionale verso le imprese colpevoli dei ritardi. Perché attendere la fine dei lavori per chiedere conto del quadro descritto?". Lo dichiarano congiuntamente Giovanni Zorzi, segretario provinciale del Partito Democratico di Treviso, e Matteo Favero, responsabile infrastrutture provinciale.

"Va poi ricordato che con l’Atto Convenzionale del 2017 si è stabilito che la Regione verserà ai costruttori un canone annuo, partendo con 153 milioni nel 2020, arrivando a 332 milioni nel 2059, ma incasserà i pedaggi - continuano dal PD di Treviso - Siccome la concessione dura 39 anni, il saldo finanziario presunto a favore della Regione dovrebbe essere alla fine di 143 milioni di euro, circa 3 milioni e mezzo all’anno. Ma se nel computo si includono i contributi dello Stato pari a 614 milioni, il saldo diviene negativo per 471 milioni. La media è di un esborso di 12 milioni di soldi pubblici all’anno. Senza contare il rebus degli incerti introiti dei pedaggi”.

“Chissà se questo nuovo invito della Corte dei Conti sarà sufficiente alla Regione per sanzionare le imprese responsabili dei ritardi nella realizzazione della Pedemontana e incassare quanto dovuto sulla base di un contratto. Non si tratta di pochi euro e stiamo parlando di un’opera pagata a carissimo prezzo dai veneti”. Così invece Andrea Zanoni, consigliere regionale del Partito Democratico. “Non è purtroppo una novità assoluta: già nel report di dicembre 2020 la Corte dei Conti aveva evidenziato questa anomalia, esprimendo preoccupazione sia sul cronoprogramma che sulle previsioni riguardanti i flussi di traffico. Poche settimane dopo, il 5 gennaio, avevo presentato un’interrogazione chiedendo chiarimenti sulle ragioni del mancato intervento della Giunta, ricevendo una risposta quantomeno evasiva. Se un cittadino non paga il bollo auto, la Regione è puntualissima a inviare la sanzione; qui stiamo parlando di cifre ben più alte, 25mila euro per ogni mese di ‘sforamento’ dei tempi e tutto tace. È inaccettabile essere forte con i deboli e debole con i forti. Mi auguro che si abbia almeno la decenza di non tirare in ballo la pandemia, perché i ritardi su alcune opere sono addirittura precedenti. E le ripetute inadempienze non possono essere pagate dai cittadini veneti” conclude il politico trevigiano.

La risposta della Regione

“La Corte dei Conti, Sezione regionale di controllo per il Veneto, ieri ha trasmesso alla Regione gli esiti dell’Indagine-referto sullo stato di avanzamento e di esecuzione dei lavori per la realizzazione della 'Superstrada Pedemontana Veneta'. Il suddetto documento della Corte, a conclusione dell’interlocuzione avvenuta con la trasmissione dei dati e relazioni da parte della Regione stessa, prende atto dei ritardi ulteriori comunicati dal concessionario rispetto a quelli già noti, che portano le previsioni di termine dell’opera ad ottobre 2022 e riconosce che sono state soddisfatte tutte le raccomandazioni già espresse nel precedente follow-up. La Corte inoltre sollecita a proseguire nel monitoraggio continuo delle attività e dei flussi di traffico e riferisce che proseguirà con l’azione di controllo sino a conclusione dell’opera. E’ necessario specificare che secondo la normativa sui lavori pubblici non è possibile applicare le penali se non a conclusione definitiva dell’opera. Infatti per procedere alla quantificazione è necessaria l’entità complessiva del ritardo accumulato da moltiplicare per la penale mensile stabilita contrattualmente. Oggi pertanto non è ancora possibile procedere”.


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