Politica

Microcriminalità a Conegliano, l'appello di Ascom: «Bisogna aumentare i controlli e la sicurezza»

Il presidente di Delegazione Maurizio Gibin: «Dobbiamo fare tutti fronte comune e pensare alla qualità della vita, per una città più fruibile, inclusiva e senza zone di serie A o B»

Quasi al termine di un agosto che, a Conegliano, ha visto la recrudescenza della microcriminalità, un fenomeno che ciclicamente torna a farsi sentire ed a impattare sulla sicurezza dei commercianti, scende in campo l’Ascom-Confcommercio, tramite il presidente di Delegazione Maurizio Gibin. “Il tema della sicurezza - spiega Gibin – è emerso con forza durante l’estate e ha visto mobilitazioni spontanee della categoria dei commercianti, i più esposti. Un’indagine appena realizzata da Format e dall’Unione provinciale Confcommercio, che, tramite questionari, ha “mappato” le zone del rischio in provincia, ci dimostra proprio che, a Conegliano, oltre l’80% delle imprese intervistate riconosce non solo il generale senso di insicurezza, ma individua le zone ad alto tasso di criticità in Biscione, Zanussi, Ex Zoppas, aree ben note ed al centro della nostra attenzione da anni. Lo stesso tema, trova spazio anche nell’indagine recentemente presentata di Daniele Marini dal titolo “Felici ma non troppo”, in cui la preoccupazione per la microcriminalità appare come un tallone d’Achille”.

La microcriminalità, pur senza voler enfatizzare, è in continua evoluzione e prende il nome di risse, schiamazzi notturni, atti di vandalismo, baby gang, laddove assumono di sicuro una connotazione diversa e meno aspra rispetto alle metropoli. “Di certo - prosegue Gibin- non è un problema dei commercianti, né dell’Amministrazione, ma è un fenomeno sociale che dilaga e che trova le cause in ragioni ampie e nel mutamento profondo della società e dei giovani. L’intento non è quello di lanciare allarmi o di esacerbare il clima di insicurezza, abbiamo la fortuna di vivere ed operare in una delle zone più pregiate della Marca trevigiana, capitale del buon vivere e del buon vino, con alle spalle i meravigliosi panorami delle colline Unesco. C’è la gente che non solo viene a visitarci ma che sogna la nostra città anche come luogo ideale per smart working e qualità della vita”.

“E’ il momento - sottolinea Gibin – di metterci tutti assieme per monitorare il fenomeno, fare rete e mettere in campo tutte le iniziative possibili pubblico-privato per aumentare i controlli, potenziare il senso di sicurezza, di fiducia e la vivibilità della nostra città, oggi in pieno cambiamento. Faccio appello alle Associazioni del mondo artigiano: il fronte comune ci ha sempre consentito di raggiungere grandi risultati ed anche in questo caso è necessario porsi tutti insieme di fronte allo stesso tavolo ed interagire, con proposte concrete, in maniera diretta col Comune, le Associazioni ed i cittadini, pensando al “bene comune”, ovvero la qualità della vita della città, più fruibile, inclusiva, senza zone di serie A o B“.


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