Politica

Cementificazione in Veneto, Zanoni (PD): "Zaia si merita il Premio Betoniera 2019"

"Consumare suolo crea numerosi problemi: meno territorio agricolo e produzione di prodotti locali, diminuzione di habitat e di biodiversità come uccelli e scarso assorbimento d’acqua"

“Per il secondo anno consecutivo il Veneto è la regione italiana con il maggior incremento di consumo di suolo, ben 923 ettari persi per sempre, quasi trecento in più della Lombardia. Tra i tanti riconoscimenti, ce n’è uno che Luca Zaia merita più di tutti: il Premio Betoniera. Le politiche urbanistiche e ambientali della sua Giunta si confermano fallimentari, in un territorio che è già uno dei più cementificati d’Europa”. È caustico il commento di Andrea Zanoni, consigliere del Partito Democratico, rileggendo i dati del Rapporto Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e Snpa (Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente) 2019, relativi al 2018, sul consumo di suolo in Italia presentato ieri al Senato.

“Ben 51 chilometri quadrati pari a 5.100 ettari, due metri quadrati al secondo come dato nazionale, e il Veneto è grande protagonista con 923 ettari, confermando il primato negativo del 2017. Nelle prime dieci città troviamo sia Verona (33 ettari) che Venezia (19), ma anche tra i paesi più piccoli ci distinguiamo in negativo, con i quasi 45 ettari a Nogarole Rocca, sempre in provincia di Verona. E il consumo di suolo è strettamente collegato all’aumento delle temperature, con tutto ciò che ne consegue; a causa della cementificazione, negli ultimi sei anni in Italia sono state assorbite due milioni di tonnellate di CO2 in meno, gas che contribuisce gravemente ai mutamenti climatici”.

I dati delle sei province venete sono impressionanti, il record è della provincia di Verona con 42.482 ettari di suolo consumato pari al 13,7 % dell’intera provincia e un incremento di 242,7 tra il 2017 e il 2018. Al secondo posto Treviso con 42.392 ettari pari al 17,1% e altri 186,5 consumati, quindi Vicenza con (36.358 ettari pari al 13,4 % e ulteriori 179,4 consumati), Padova (40.923 di suolo consumato pari al 19,1% dell’intera provincia, ha avuto un incremento di consumo di suolo tra il 2017 e il 2018 pari a ben 122,1 ettari), Venezia (36.590 ettari pari al 14,8 % ne ha consumati altri 117,1) Rovigo (con 16.404 ettari pari al 9,0 % ne ha consumati altri 46), infine Belluno (con 12.219 ettari pari al 3,4 % ne ha consumati altri 29,4). “Consumare ancora suolo in Veneto crea numerosi problemi: meno territorio agricolo con meno produzione di prodotti locali, diminuzione di habitat e di biodiversità come uccelli, mammiferi, insetti utili, meno assorbimento dell’acqua con problemi di assetto idrogeologico, meno ritenzione di anidride carbonica con problemi dei cambiamenti climatici”.

Zanoni, che a Palazzo Ferro Fini di Venezia è vicepresidente della commissione Ambiente, sottolinea le incongruenze tra le azioni dell’Unione Europea e quelle messe in campo dalla Regione Veneto. “L’Ue sta facendo sforzi immani in tutte le sue politiche per ridurre le emissioni di CO2 e degli altri gas climalteranti, qua invece siamo il fanalino di coda, anche perché siamo governati da una forza politica, la Lega, che nega i cambiamenti climatici. Neppure i numerosi drammatici eventi sono serviti ad aprire gli occhi: il tornado del 2015 che ha raso al suolo decine di case e Villa Fini nella Riviera del Brenta, la siccità del 2017 e l’uragano Vaia dell’autunno 2018 che ha devastato le foreste venete abbattendo milioni di alberi, pari a 28.000 ettari, causando danni per due miliardi. La legge 14/2017 annunciata in pompa magna, con l’obiettivo di azzerare il consumo di suolo nel 2050, è un provvedimento bandiera con effetti concreti praticamente nulli. Ci sono deroghe infinite, per grandi infrastrutture, cave, capannoni agricoli, aree destinate servizi, varianti con lo Sportello unico e Piano casa. Piano casa che è stato oggetto di revisione lo scorso marzo, privo però di misure che incentivino seriamente la riqualificazione energetica degli edifici e quindi insufficiente per ridurre le emissioni di anidride carbonica. Infine l’ultima legge di adeguamento ordinamentale approvata a luglio, la numero 29, che ha liberalizzato molte edificazioni in aree vincolate e aree agricole, incluse le Colline del Prosecco fresche di riconoscimento Unesco”.

“Evidentemente - sottolinea in chiusura Zanoni - per Zaia i temi importanti sono altri. Dovrebbe essere il primo ad adottare politiche di contrasto ai cambiamenti climatici, invece in maniera scellerata e irresponsabile continuiamo a essere la Regione con il maggior consumo di suolo e, di conseguenza, contribuiamo alle emissioni di CO2. Un primato di cui qualcuno si dovrebbe vergognare”.


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