Politica

Cava Morganella: «Grave l'autorizzazione all'ampliamento in profondità»

Interrogazione in consiglio regionale presentata da Andrea Zanoni che lancia un appello ai sindaci dei Comuni limitrofi alla Cava: «Impugnate l'autorizzazione e fate ricorso al Tar»

Cava Morganella (Foto d'archivio)

«L’autorizzazione in sordina, con decreto firmato il 31 dicembre ma mai pubblicato, all’ampliamento in profondità della Cava Morganella è molto grave, perché ancora non è stata fatta chiarezza sull’origine dei materiali trovati sul fondo durante i rilievi effettuati dalla Provincia di Treviso. Questo progetto nefasto prevede di scavare sotto falda, aumentando del 50% la profondità, portandola da 40 a 60 metri, mettendo in comunicazione le falde acquifere superiori, spesso contaminate da agenti chimici, con quelle più profonde e incontaminate. Violando oltretutto l’articolo 30, della L.R.13/2018 e 44 della legge regionale 44/1982, poiché "nelle zone pianeggianti la profondità massima di cava non può essere superiore a un quarto della dimensione caratteristica dello scavo, definita come il rapporto tra la superficie dello scavo e il suo perimetro". Mi auguro che i Comuni interessati dalle ripercussioni di tale operazione, come Ponzano Veneto, Treviso e Paese decidano di impugnare al Tar l’autorizzazione. Per quanto mi riguarda raccoglierò tutta la documentazione in mio possesso conservata negli anni e depositerò un esposto alla magistratura perché ci sono troppi aspetti che vanno chiariti e potrebbero esserci delle rilevanze di carattere penale. Ricordo, infatti, che in merito alla cava c’è già una condanna passata in giudicato per sversamento di rifiuti nella falda affiorante».

Con queste parole il consigliere regionale del Pd, Andrea Zanoni, ha presentato un'interrogazione in consiglio regionale sull'ampliamento di Cava Morganella, sottoscritta anche dalla vice capogruppo Vanessa Camani, dalle colleghe Anna Maria Bigon e Francesca Zottis oltre che dal portavoce dell'opposizione Arturo Lorenzoni, da Cristina Guarda di Europa Verde ed Erika Baldin del Movimento 5 Stelle. «Il progetto era fermo da anni - continua Zanoni - presentato nel 2008, ottenne l’ok della Commissione Via nel 2013 con voto contrario di tre funzionari tecnici della Regione e con un parere decisamente contrario dell'Ats, il locale Consorzio Acquedottistico. Una ripartenza a sorpresa, approvata l’ultimo dell’anno, proprio il 31 dicembre. Mentre ci accingevamo a lasciarci alle spalle un 2020 maledetto, più di qualcuno ha avuto un motivo per festeggiare il via libera a un progetto che è una sciagura per l’ambiente. Trovo grave questa autorizzazione anche perché nel febbraio 2016 il Consiglio regionale votò all’unanimità un mio ordine del giorno con cui si chiedeva alla Regione di fare luce sulla natura dei materiali trovati a fondo cava: sono passati cinque anni, sui materiali nessuno ha trovato il tempo per la dovuta verifica mentre quello per approvare il progetto sì; addirittura il giorno di San Silvestro».


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