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Finale dolce amaro per Zeroinfinito: "Due donne che ballano", piccola storia al femminile

La commedia, scritta da Josep Maria Benet i Jornet, il padre del teatro catalano, con la regia di Veronica Cruciani, racconta l’incontro tra un’anziana e una giovane badante che si ritrovano a “ballare” insieme: si detestano perché sono simili e perché hanno bisogno l’una dell’altra, ma alla fine per loro fortuna il sollievo della coppia addolcisce un po' la fatica. La vicenda è una come tante che accadono nei grandi condomini di qualsiasi città, ma attraverso la scrittura di Josep Maria Benet i Jornet diventa un modo gentile, amaro e profondamente ironico di raccontare un’intera società, in cui le persone difficili e scomode sono estromesse e confinate ai margini, ad affrontare in solitudine la pista da ballo del proprio destino.

Lo spettacolo, in scena all’Auditorium di Villa Guidini a Zero Branco alle 21, è l’ultimo degli otto proposti dalla rassegna organizzata dal Comune di Zero Branco e da Echidna Paesaggio Culturale con l’obiettivo di coinvolgere attraverso il teatro tutte le fasce d’età, con un occhio di riguardo per famiglie e bambini. All’indomani della Festa della Donna, venerdì 10 marzo alle 21 all’Auditorium “Giovanni Comisso” di Villa Guidini, a Zero Branco – Treviso, nell’ambito della rassegna teatrale ZeroInfinito 2016-17 organizzata dal Comune di Zero Branco e Echidna Paesaggio Culturale va in scena “Due donne che ballano”, commedia amara e profondamente ironica su solitudine e marginalità scritta da Josep Maria Benet i Jornet, il padre del teatro catalano, con la regia di Veronica Cruciani e interpretata dalle attrici pluripremiate Maria Paiato e Arianna Scommegna.

Sul palco prenderà vita una minuscola storia, come tante che accadono nei grandi condomini di qualsiasi città, un microcosmo, un ecosistema esistenziale, che attraverso la scrittura di Josep Maria Benet i Jornet diventa un modo gentile, amaro e profondamente ironico di raccontare un’intera società, in cui le persone difficili e scomode sono estromesse e confinate ai margini, ad affrontare in solitudine la pista da ballo del proprio destino. Protagoniste sono una donna anziana, interpretata da Maria Paiato (Premio Borgio Verezzi 1994, Premio Flaiano 2001, Premio della Critica Teatrale 2004, Premio Olimpici del Teatro 2004 e 2007, Maschera d’Oro 2005, Premio Ubu 2005 e 2006, Premio Eleonora Duse 2009, Premio Hystrio 2010) e una giovane chiamata a farle da badante, i cui panni sono vestiti da Arianna Scommegna (Premio Lina Volonghi 1997, Premio Associazione Nazionale Critici di Teatro 2010, Premio Hystrio 2011, Premio Ubu 2014).

Tutte e due sono schive, energiche, sarcastiche ed eroiche. Si odiano e si detestano perché sono simili, perché ognuna ha bisogno dell'altra, e, nella solitudine delle rispettive vite, sono l'una per l'altra l'unica presenza confortante. Consumano le ore che passano insieme beccandosi, pungendosi e confessando di sé quello che solo a un estraneo si riesce a confessare. E così ballano, come balla una nave in balìa delle onde: ballano la danza dell'esistenza dura e difficile di chi porta dentro una sofferenza ma fuori esibisce una faticosa immagine di forza e autosufficienza. Ballano come una coppia estratta dal mazzo della casualità, quando nelle balere due sconosciuti si trovano a ballare insieme.

Per questo ballo non ci sono cavalieri, non ci sono uomini possibili, non ci sono mariti, padri o figli ad accompagnarle. Ma solo due donne che ballano. Avrebbero potuto non incontrarsi mai e continuare a ballare da sole come hanno sempre fatto, e invece per loro fortuna il sollievo della coppia finalmente addolcisce un po' la fatica.


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