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Xenia. Migranti, stranieri, cittadini: la cultura europea per l'ospitalità tra i classici e il presente

L'ultimo degli appuntamenti trevigiani dei Classici Contro mette a confronto le diverse radici della nostra cultura europea: "Ospitalità bibliche, ospitalità classiche". Se ne discute la mattina del 29 aprile, dalle 9.30 alle 13, al Cinema Teatro Turroni di Oderzo, in collaborazione col Liceo Classico Scarpa e con la direzione dell'evento a cura di Mariano Montagnin e Selene Zanette. La discussione porrà al centro dell'attenzione i fondamenti culturali dell'ospitalità, e gli studenti del Liceo Scarpa, che protagonisti nei laboratori preparatori sulla Xenia di quest'anno scolastico, saranno sulla scena a unire le loro domande, le azioni teatrali e le musiche alle parole degli studiosi che intervengono.

Si inizia con Maria Angela Gatti (Liceo Bruno Franchetti Mestre), che da biblista ci propone il suo punto di vista sull'ospitalità. La realtà e la figura dello straniero sono costitutive dell’ospitalità proprio per il fatto che lo straniero provoca una reazione ambivalente di avversione e di attrazione insieme. A questa logica non sfugge il testo biblico: nell’Antico Testamento, racconti di gratificazione per l’ospitalità concessa e di punizione per l’ospitalità tradita, affiancati da precise indicazioni normative su come relazionarsi allo straniero, si intrecciano a passi la cui cifra è la diffidenza, quando non una vera e propria avversione, nei confronti dell’«altro». Ma si può parlare di “uno” straniero? Gli stranieri sono tutti uguali e dunque meritevoli della stessa accoglienza? E come si concilia tutto ciò col racconto di fondazione di Israele, che è una storia di emigrazione e di sopravvivenza in terra straniera, in Egitto prima e a Babilonia poi? Fino ad arrivare al capovolgimento dei ruoli nelle pagine del Nuovo Testamento, dove l’invito è sì, ad accogliere lo straniero, ma soprattutto a farsi straniero e bisognoso di accoglienza.

Ma se le nostre culture ebraica e cristiana (ma anche musulmana) sembrano escludere gli altri a cominciare dai loro dei, non è così negli schemi del mondo antico. E, come ci spiegherà Sara Tessarin (Aletheia Ca' Foscari), gli antichi con gli dei sanno perfino scherzare, quando addiritura la sede tradizionale delle divinità greche deve fare i conti con i problemi degli immigrati. Questo è ciò che avviene nella satira dell'Assemblea degli dei di Luciano di Samosata, che vuole scardinare e mettere in discussione le opinioni comuni sulla religione del mondo multicuturale dell'impero romano del II secolo dopo Cristo. Il dio del biasimo, Momos, con le sue specifiche qualità satiriche, è la figura più indicata per mettere alla berlina le convenzioni, i sospetti, le degenerazioni di ciò che gli uomini credono di avere di più sacro.

A concludere il quadro interviene Alberto Camerotto, che ha diretto con Filippomaria Pontani tutto il progetto dei Classici Contro. C'è un vero e proprio decalogo antichissimo, non biblico ma epico, per la Xenia, per l'ospitalità. Sono questi i nostri codici etici più antichi. Per incontrare gli altri, per capirli. È nella natura e nella necessità degli uomini, da sempre, se Ulisse, nostro paradigma è colui che molto ha viaggiato e ha conosciuto le città e i pensieri di molti uomini. L'Odissea è il canto delle sofferenze senza fine, di chi è lontano forse per sempre dalla propria terra ed è costretto a vagare straniero tra genti straniere, di luogo in luogo a confronto con gli altri senza perdere se stesso. Odisseo arriva tra i Ciclopi e ne conosce l'inciviltà proprio dal tradimento delle regole della xenia. E poi naufrago senza più nulla potrà ritornare alla vita e alla fine ritroverà la sua terra grazie all'ospitalità di una giovane coraggiosa, Nausicaa, che di fronte allo straniero saprà dire «Io non ho paura» e vorrà accoglierlo, rivestirlo e ospitarlo nella sua città e nella sua casa. La terra utopica dei Feaci può diventare il migliore paradigma della nostra Europa moderna, così disorientata di fronte alla Xenia. Essere philoxeinoi è il primo segno della civiltà.


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