Eventi

"Viaggio in incognito": mostra personale di Maria Elisa Borsoi a Ca' dei Carraresi

VIAGGIO IN INCOGNITO - MOSTRA PERSONALE DI MARIA ELISA BORSOI, Ca’ dei Carraresi, Treviso. Dal 22 settembre al 3 ottobre 2017.

Venerdì 22 settembre 2017, alle 18, inaugura la prima personale trevigiana dell’artista pordenonese Maria Elisa Borsoi. La mostra sarà presentata dal critico d’arte Lorena Gava. L’esposizione, a cura di Daniel Buso, porta in anteprima assoluta a Treviso la sua nuova serie di composizioni informali raccolte sotto il titolo minimalista di “Muri”.

Fotografa raffinata, Maria Elisa Borsoi si dedica al medium da qualche decennio, con una predilezione per le immagini ambigue e polisemantiche. Attualmente tutte le sue fotografie sono realizzate con una Nikon D800. Il soggetto prediletto continua ad essere la natura indagata non solo nelle forme visibili ma anche nei suoi risvolti più nascosti, con esiti vicini ad un’evocativa e potente astrazione.

[estratto critico di Lorena Gava contenuto nel catalogo]

Nel suo “Trattato della pittura” Leonardo da Vinci suggerisce di allenare la fantasia attraverso l’osservazione delle macchie di umido e di muffa sui muri vecchi. A detta del geniale maestro, la mente lasciata libera di immaginare può leggere sui muri consunti dal tempo infiniti soggetti di pura invenzione come volti, grovigli di battaglie, mostri, diavoli ma anche soggetti legati al vero come pianure, montagne, valli  da riprodurre poi in pittura. Davanti ai lavori di Maria Elisa Borsoi non ho potuto non pensare alle celebri parole di Leonardo che alludono a quel fenomeno istintivo chiamato pareidolia che consiste nel vedere forme ed oggetti identificabili nelle immagini disordinate ed amorfe che ci circondano. Si pensa che tale tendenza sia dovuta ad un fattore evoluzionistico e cioè alla necessità dell’uomo preistorico di scorgere un pericolo, ad esempio un predatore mimetizzato, e correre così ai ripari. Di fronte alle opere della Borsoi la medesima, atavica, attitudine risulta estremamente facilitata poiché molteplici sono gli spunti interpretativi che l’occhio dell’obiettivo ci presenta. Si tratta di un viaggio tra i muri della sua città, un viaggio urbano che assurge ad una dimensione globale e globalizzante, che dal particolare porta all’universale, ad una visione destinata a cambiare al mutare dello spettatore. Sono immagini dominate da materiali stratificati, da segni e grafie che il tempo ha depositato e scalfito. Le superfici sconnesse, deturpate e aggredite offrono un potenziale visivo straordinario: dall’informe apparentemente caotico e disordinato sorgono strutture riconoscibili e anche familiari dove il grande diventa piccolo e viceversa. Una vertigine associativa e compositiva segue la duplice azione di mente e occhio alla ricerca di sempre nuovi orizzonti di senso possibili e percorribili. C’è da perdersi nell’immensità dell’indaco striato, dei rosa e degli aranci infuocati simili alla luce del tramonto o nei bianchi sporchi di certe superfici intensamente e quasi magicamente dilatate.

Mostra a cura di Daniel Buso, Presentazione di Lorena Gava.

Contatti

Organizzazione ARTIKA, www.artikaeventi.com, info@artikaeventi.com, +39 348 0041786

Info

Orari di apertura (tutti i giorni): dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19. Ingresso gratuito al piano terra di Ca’ dei Carraresi, www.casadeicarraresi.it

[biografia dell’artista]

Maria Elisa Borsoi nasce a Vittorio Veneto. La sua famiglia si distingue per la spiccata propensione all’arte: il nonno materno, Luigi Rossi di origini bellunesi, è scultore, particolarmente abile nell’intagliare il legno ed ha un atelier a Venezia sul finire dell’800. Il padre, pittore, frequenta l’Accademia di Belle Arti a Venezia, sotto la guida del maestro Bruno Saetti. A 12 anni, affascinata dalla collezione di famiglia di Hasselblad, Leica e Nikon, preziosa ma inaccessibile, per la non celata gelosia del padre, Maria Elisa riceve in regalo la prima macchina fotografica ed inizia a guardare il mondo con occhi diversi, attratta da tutti gli aspetti della natura, anche da quelli meno appariscenti. Inizia quindi a fotografare la realtà e l’obiettivo diventa lo strumento ideale attraverso il quale raccogliere informazioni da trasferire alla sfera emotiva sempre più ricca e profonda. Questa passione, alimentata negli anni dallo studio dei maestri della fotografia contemporanea, diventa ricerca e prassi costante. Per affinare le sue tecniche, frequenta corsi di fotografia con il maestro Roberto Salbitani presso il CRAF di Spilimbergo e corsi di post-produzione digitale. Partecipa inoltre ai workshop del maestro Jean Turco. Attualmente vive e lavora a Pordenone.


Si parla di