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Al Teatro del Pane "Alberi" da un testo di Mauro Corona, il clown Ginger anzi "Super G" e "Pesche miracolose"

Il Teatro del Pane - via Fontane 91, Fontane di Villorba (TV) - e la programmazione del weekend: da una parte lo spettacolo di Alberi venerdì 22 aprile di e con Armando Carrara che propone una rilettura intelligente del testo di Mauro Corona per raccontare le tavole di un palcoscenico e le storie che su quel legno si sono consumate; sabato 23 aprile invece verrà prima proiettato il documentario La Parola, Lo Sguardo, Il Gesto - Ritratto di tre giovani artiste venete, firmato da Chiara Andrich e poi, a seguire, toccherà al debutto teatrale di Super G, prima assoluta del nuovo spettacolo di Anna De Franceschi, in scena il clown Ginger, con la produzione di Stivalaccio Teatro (dopo i fortunati Don Chisciotte e Romeo e Giulietta-L'amore è saltimbanco); infine domenica 24 aprile ancora teatro con Pesche Miracolose in una pièce di Luca Redaelli che, fra natura e guerra, rievoca i giorni della memoria e della Storia del nostro Paese.

Si comincia quindi venerdì 22 aprile, con Alberi, uno spettacolo di e con Armando Carrara, che rilegge il testo omonimo di Mauro Corona, dal quale è tratta la pièce. L'albero appartiene alla memoria umana inscindibilmente, come il sole e la luna, il concetto di sacrificio, la volta stellata, il dualismo. Sono memorie che ci dominano a nostra insaputa, archetipi che proprio perché inconsci dominano il nostro esistere. Mauro Corona non si riferisce a nessuna di queste tradizioni mitologiche. Per Corona tutti gli alberi hanno un'anima, una parentela stretta con gli uomini, ma le sue spiegazioni su tali corrispondenze uomo/albero nascono dalla sua esperienza di Il sempreverde - a lui che è inserito nei cicli della natura - gli ricorda l'arroganza del vivere degli uomini che si credono immortali. Mauro Corona e i suoi alberi in scena perché rappresenta la sincerità del montanaro e la creatività dello scultore. I suoi alberi nascono da lì, dalla sgorbia e dall'ascia, dalla sapienza del fare.

Armando Carrara ha trascorso l'infanzia in uno strano bosco; un bosco che si muoveva, spostandosi di piazza in piazza: Il Teatro Mobile della gloriosa compagnia Carrara - Laurini. Una volta i pavimenti dei palcoscenici erano di larice. Non c'erano leggi sulla sicurezza. C'era solo il legno buono, e il legno cattivo. Il legno buono era quello che non si tarlava, il più resistente. Per quello nei teatri si usava il larice. E la sua compagnia aveva un teatrino - vero, completo, con le pareti, il tetto di lamiera, perfino il riscaldamento e lo portava in giro dappertutto. I pavimenti della platea, del palcoscenico e dei camerini erano di larice... Per durare di più. Il resto era di abete. Un teatro viaggiante di quattrocento posti che girava l'Italia… Un repertorio infinito, di storie tutte diverse e tutte uguali: Il Cardinale, I figli di nessuno, I due sergenti, Come le foglie. Su quelle tavole debuttò ancora neonato nella Genoveffa di Brabante, la gente diceva che fu commovente: piangeva sempre. Erano tavole tagliate, seguendo l'assottigliarsi del tronco per non perdere neppure un centimetro di larghezza, poi alternando le tavole dal lato stretto e dal lato largo si riusciva a ricavare quello che veniva chiamato il tavolone, cinque, sei tavole affiancate, in tutto larghe un metro e lunghe quattro. La compagnia aveva cercato di salvare quel teatro che ultimo della sua specie era sopravvissuto fino alle soglie del nuovo millennio. Non ci riuscì. I tarli avevano ormai avuto la meglio sulle vecchie e gloriose tavole lignee. "Mio padre le ha bruciate" dice Armando Carrara. "Le aveva fatte con le sue mani, e con le sue mani le ha bruciate. Io ho passato tutta la mia infanzia in quello strano bosco di larice e abete che si muoveva, che… Camminava di città in città e di piazza in piazza. In quel bosco di voci ne ho sentite tante, ma tante… Da confondere le vere con le finte, fossero parole o anche solo pensieri. E oggi, che il mio bosco è passato per un camino ed è andato in fumo, torno nei boschi per passeggiare, per inseguire i miei pensieri, per ascoltare i suoni e le voci delle piante… Alla ricerca di quelle della mia infanzia". Apertura ore 19.30, Cena ore 20.00 - contributo € 25, Documentario + Spettacolo ore 21.30 - contributo € 10. Contributo cena + spettacolo € 35

Sabato 23 aprile è il turno della prima assoluta del nuovo spettacolo con protagonista il clown Ginger (alias Anna De Franceschi) in Super G, nuova produzione Stivalaccio Teatro, dopo i fortunati Don Chisciotte e Romeo e Giulietta - L'amore è saltimbanco. Ma prima dello spettacolo ci sarà la proiezione del documentario La Parola, Lo Sguardo, Il Gesto - Ritratto di tre giovani artiste venete di Chiara Andrich. Prodotto da Regione del Veneto, nell'ambito del progetto ArTVision, è un documentario della durata di 24 minuti dedicato al lavoro di tre artiste venete del teatro e delle arti performative: Silvia Costa, Anna De Franceschi, Alice Di Lauro. Silvia si dedica a un teatro di ricerca, Anna lavora come attrice e clown, infine Alice è impegnata nella ricerca di una gestualità poetica, quasi privata. Tre giovani donne che raccontano la passione per il loro lavoro, le loro esperienze e poetiche artistiche, accomunate da un processo di esplorazione interiore e di conoscenza di sé. E sarà proprio Anna De Franceschi poi a salire sul palco per il debutto del nuovo testo pensato per la sua Ginger, la protagonista della seconda parte della serata "Super G", esilarante prima assoluta, con la regia di Duodorant. Lo spettacolo racconta vita, morte e miracoli di Ginger, cantante in playback professionista in cerca di rivalsa, di amore, di un po' di fortuna: insomma che qualcosa vada finalmente per il verso giusto. La vita sul palco e dietro le quinte, nel suo camerino, un buco triste, altare di sogni di gloria, birre e un grande divanetto a forma di cuore. Apertura ore 19.30, Cena ore 20.00 - contributo € 25, Documentario + Spettacolo ore 21.30 - contributo € 10. Contributo cena + spettacolo € 35

Anna De Franceschi è attrice di teatro e clown. Dal 2011 collabora con Teatro Bresci e Stivalaccio teatro, due compagnie attive nel panorama veneto per spettacoli tradizionali, teatro popolare e commedia dell'arte. E' anche autrice e regista dei suoi spettacoli, in particolare ha creato un alter ego clown: Ginger. I suoi strumenti sono la risata, il gesto, l'ironia. Nel 2014 ha lavorato allo spettacolo Circo Soufflè prodotto dal Teatro del Pane. Realizza numerosi seminari di teatro per bambini e nelle scuole.

Chiara Andrich è videomaker e autrice di film documentari. Dopo la laurea in Scienze dello Spettacolo all'Università di Padova, lavora come montatrice presso alcune emittenti televisive, l'Observatorio de Cine di Barcellona e il Dipartimento di Film & Video di Fabrica, Benetton's Research Centre on Communication. Frequenta il Corso di Cinema documentario presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Palermo, diplomandosi nel 2012. Realizza diversi videoclip musicali. Nel 2013 realizza con Giovanni Pellegrini il documentario Bring the sun home selezionato al Festival di Locarno e vincitore del Premio D.E.R. a Visioni Italiane e del Premio Banca Etica all'Euganea Film Festival nel 2014.

Per concludere, domenica 24 aprile ancora teatro, questa volta con Pesche miracolose, piece di Luca Radaelli, messo in scena dalla compagnia Teatro Invito Lecco, che racconta la vita di un paese del Nord, attraverso lo sguardo del protagonista: un bimbo che guarda il mondo che lo circonda. «Un mondo fatto di sfilate in divisa nera e di bombardamenti ma anche di lotta partigiana e liberazione. Un mondo, si potrebbe dire, in cui la Storia irrompe nella quotidianità ma anche in cui - evidenziano gli artisti di Teatro Invito - la vita è inscindibilmente stretta alla natura. Ed è proprio dall'elemento naturale, il lago - da cui la pesca - che il protagonista trarrà la sua personale epifania. Le pesche miracolose: la prima a seguito di un bombardamento che, uccidendo i pesci, riempie finalmente la pancia alla gente affamata; la seconda fatta con la dinamite sottratta ai partigiani. Una serie di esperienze che segneranno il giovane protagonista e lo faranno entrare nel mondo dei grandi. Un lungo cammino verso una società "che non faccia più guerre" e dove "libertà non sia solo una parola". Un tempo che vale la pena ricordare e rievocare anche per chi non c'era».

Apertura ore 19.30, Cena ore 20.00 - contributo € 25, Spettacolo ore 21.30 € 10. Cena + spettacolo € 35

Per info: . Come arrivare al Teatro del Pane: https://teatrodelpane.it/contatti/


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