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Spettacolo "Arlecchino, servitore di due padroni"

Venerdì 3 marzo, con repliche sabato 4 e domenica 5 marzo, al Teatro Comunale di Treviso andrà in scena Arlecchino, il servitore di due padroni, il testo di Carlo Goldoni più rappresentato al mondo, in una nuova, inedita versione che vedrà interprete un cast di attori di altissimo livello diretti da Giorgio Sangati.

Trama

In casa di Pantalone de' Bisognosi, anziano mercante veneziano, sua figlia Clarice si sta per sposare con Silvio, figlio del Dottor Lombardi, dal momento che Federigo Rasponi, agiato torinese cui era promessa in sposa, è morto in una rissa per mano di Florindo Aretusi, innamorato della sorella di lui, Beatrice. La cerimonia, alla quale assistono la giovane serva di Clarice, Smeraldina, e il locandiere Brighella, è interrotta da Arlecchino che annuncia l’arrivo in casa proprio di Federigo Rasponi, suo padrone, sconvolgendo i presenti. In realtà si tratta della sorella Beatrice vestita con gli abiti del fratello morto e arrivata a Venezia per cercare l’amato Florindo ricercato per l’omicidio. Brighella, testimone di nozze riconosce Beatrice, sua vecchia padrona a Torino ma non svela l'inganno e la invita a soggiornare nella locanda che gestisce. Arlecchino, nel frattempo, affamatissimo, per raddoppiarsi la paga, accetta l’incarico di servire proprio Florindo che va ad alloggiare anche lui nella stessa locanda. Pantalone è costretto a concedere Clarice in sposa a quello che crede Federigo suscitando le ire del Dottor Lombardi. Beatrice, nel frattempo, svela la sua identità a Clarice obbligandola però a mantenere il silenzio, e quando Silvio minaccia di fare del male a Pantalone, lo sfida a duello battendolo. Silvio, folle di gelosia rinnega il suo amore per Clarice che, a sua volta, si ricrede sul suo innamorato. Arlecchino si destreggia non senza esilaranti contrattempi nel difficile compito di servire tutti e due i suoi padroni contemporaneamente e trovando anche il tempo di corteggiare Smeraldina. Per salvare la situazione arriva a far credere a ciascuno dei suoi padroni la morte dell’altro, portandoli alla disperazione. I due decidono di suicidarsi ma proprio nel momento in cui stanno per togliersi la vita si incontrano e si riconoscono. Pantalone scopre l’inganno e riesce a convincere Silvio a tornare da Clarice. La commedia si conclude con il triplice matrimonio di Clarice e Silvio, di Beatrice e Florindo e di Smeraldina e Arlecchino, che per amore incorre però nell’errore di rivelare il suo doppio incarico.

Note di regia

Arlecchino, la maschera simbolo del teatro italiano e Il servitore di due padroni, il testo di Carlo Goldoni più rappresentato al mondo, tornano sul palcoscenico dello Stabile del Veneto in una nuova, inedita versione. Una strana soffitta ingombra di vecchi bauli e una vivace compagnia di attori. All’arrivo del pubblico i comici aprono i bauli, riemergono abiti usati mille volte, attrezzeria ammaccata e strumenti musicali impolverati, quanto basta per far rivivere questo capolavoro. La perfetta macchina teatrale goldoniana si rimette in moto, la polvere vola via a suon di canti e musica, i personaggi e le maschere riprendono vita e trascinano il pubblico in una girandola di colori, emozioni e divertimento. Travestimenti e riconoscimenti, servitori e padroni, padri e figli, morti e risorti, duelli e passioni, gioie e pianti: nello spettacolo tutto è doppio, come Arlecchino che, a sua volta, si sdoppia (anzi si triplica) nell’impresa impossibile di servire due padroni e forse anche sé stesso. Goldoni scrive Il servitore di due padroni lontano dalla sua Venezia e in ogni battuta della commedia si legge l’amore e la nostalgia per una città magica, un luogo unico, fantastico, intriso di vita, in cui tutto è (ancora) possibile. In scena un cast di altissimo livello che fa incontrare interpreti di comprovata esperienza con giovani talenti. Un classico che non può invecchiare perché affonda le sue radici nella storia stessa del teatro.


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