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Mostra "Le stagioni degli orti"

"Da molti anni insegno fotografia e video. I giovani studenti lamentano di non riuscire a realizzare buoni lavori perché non possono permettersi costose attrezzature. Questa mostra prova invece che la potenzialità delle idee prevale sui limiti dei mezzi; infatti per gli scatti e i video che ho realizzato mi sono servito di fotocamere di scarto, facili da trovare nei cassetti e nelle soffitte di amici e parenti, o al massimo reperibili nei mercatini o in eBay, a poche decine di euro. Il progetto di questa esposizione, suddivisa in sezioni, prende spunto dagli orti urbani collettivi del quartiere di San Paolo a Treviso, per attirare lo sguardo su ciò che abitualmente non si osserva. È un tentativo di piccole provocazioni concettuali, nel senso che le singole immagini non hanno valore se non nel contesto complessivo del tema scelto" dichiara Gabriele Coassin.

 Come mi vedono le piante? (Dal basso, come nell'intimità amorosa).
 Cosa fanno le piantine di notte? (Crescono al chiaro di luna).
 Le scarpe degli ortolani: il riuso è il miglior riciclaggio.
 Attrezzi e gesti: antichi saperi tramandati nelle generazioni.
 Alleluia! Il raccolto innalzato al cielo.

Il progetto è realizzato con vecchia pellicola stampata in camera oscura, con il tradizionale, lungo processo chimico, su vera carta bianco/nero agli alogenuri d'argento, non smaltata, non incorniciata. Le foto sono volutamente stampate in formato piccolo (18x24) per dare più importanza al colpo d'occhio (la trama di soggetti ricorrenti) piuttosto che alle singole immagini, realizzate senza pretese estetizzanti, senza ritocco e senza i vezzi puristi dei fotografi da galleria. E il colore? Una sezione è dedicata a due piccole sperimentazioni: un caleidoscopio di piantine che crescono dopo la semina e una serie di postazioni fisse, riprese con tecnica time-lapse, per vedere l'alternanza delle stagioni. Tutto rigorosamente realizzato con mezzi poverissimi reperibili in ogni casa, una vecchia fotocamera digitale compatta del 2004 e un semplice telefono cellulare cinese.

I video realizzati vengono riprodotti su vecchi televisori, normalmente destinati ad intasare le discariche. "Non mi resta che manifestare la mia riconoscenza all’associazione SANPAOLO#arte, e in partocolare al promotore Alfio Bolzonello per la possibilità che mi è stata data di concretizzare questa mostra nella prestigiosa cornice della cappella padronale di villa Ca' Zenobio cortesemente messa a disposizione dalla Fondazione Cassamarca" ha detto Gabriele Coassin.


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