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“Tutto il mondo in un metro quadro”: ecco l'incontro in ricordo di Giovanni Comisso

Il 21 gennaio 1969 moriva a Treviso Giovanni Comisso. In questo cinquantesimo anniversario, proprio lunedì 21 gennaio, alle 18 a Palazzo Giacomelli Spazio Assindustria Venetocentro, l’Associazione Amici di Comisso organizza un incontro che con le parole dello stesso Comisso, quello de Le mie stagioni, racconta una vita e insieme una città e un territorio. Sarà una scrittrice, Isabella Panfido, a condurre il filo di questa vicenda, curando la selezione dei testi e la regia e come voce narrante. Insieme a lei, l’attore Luca Zanetti e il violoncellista Massimo Raccanelli.

Il titolo dell’incontro in ricordo dei 50 anni della scomparsa di Giovanni Comisso è “Tutto il mondo in un metro quadro”, ed è la frase dello scrittore per definire la sua ‘casa di campagna’ a Zero Branco, dove scelse di vivere dopo i viaggi in Europa, Africa ed Estremo Oriente. L’evento è patrocinato da Regione Veneto e Assindustria Venetocentro. Il saluto iniziale sarà tenuto da Neva Agnoletti, Presidente onoraria dell’Associazione Amici di Comisso della quale è stata socio fondatore nel 1979. “Fondammo l’Associazione – ricorda – nel decennale della scomparsa di Comisso perché la sua opera, la sua scrittura, che tanto ci aveva nutrito e nella quale ci specchiavamo, rimanesse attuale e sempre viva nell’interesse dei lettori, soprattutto i più giovani, e quale fondamento ed esempio della letteratura italiana e veneto. Già quell’anno si è tenuta la prima edizione del Premio Comisso e poi le altre attività culturali e nelle scuole. È stato un grande piacere apprendere pochi giorni fa della nuova edizione delle opere di Comisso grazie a La Nave di Teseo. E la digitalizzazione dell’archivio che come Associazione ci vede impegnati consentirà di ampliare ulteriormente la platea degli estimatori del nostro scrittore. Credo ne sarebbe contento anche lui e molti altri amici, grandi scrittori e intellettuali che in questi anni sono stati vicini all’Associazione e al Premio. È il migliore omaggio che possiamo fargli”.

“Nel rileggere Le mie Stagioni – dice Isabella Panfido -, ho cercato in filigrana una figura che restituisse maggiore autenticità all'uomo Giovanni Comisso, dietro alle mezze verità dell'autobiografia che, come ogni opera del genere, disegna l'immagine che l'autore vuole dare di sé. Più o meno consapevolmente dietro al cosiddetto ‘vitalismo’ comissiano corre una vena di malinconia che a tratti emerge con evidenza inconfutabile, pur se quasi ignorata nella percezione di sé di Giovanni Comisso. Nella mia selezione dei brani scelti da Le mie stagioni ho cercato di evidenziare il lato meno guascone dello scrittore e contemporaneamente la sua capacità di raccontare, per brevi lampi, la storia e la politica, italiana ma anche europea, degli anni che ha attraversato, quel periodo breve e fosco ricompreso tra le due guerre”.


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