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Rassegna cinematografica "Paesaggi che cambiano" - Ecco "Grizzly Man"

La rassegna cinematografica Paesaggi che cambiano, organizzata dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche negli spazi Bomben di Treviso, prosegue mercoledì 23 marzo alle ore 21 con Grizzly Man (usa, 2005, durata 103’) del regista tedesco Werner Herzog.

Ben più di un “documentario” – peraltro originalissimo e legato alle concrete e molteplici testimonianze, interviste, documenti sulla tragica vicenda dell’ambientalista Timothy Treadwell – questo film di Herzog (il suo venticinquesimo lungometraggio) è anche un’altra disincantata riflessione sul posto occupato dall’uomo nell’universo e nella natura, senza alcuna possibilità di ritorni all’indietro, se non velleitari e perciò catastrofici. Il montaggio di tutti i materiali, compresi i filmati realizzati da Treadwell tra gli orsi del Karmai National Park dell’Alaska, sono commentati dalla voce off del regista, un camminatore infaticabile attraverso i cinque continenti che non ha mai perso l’orientamento.

Anche qui, come per gli altri titoli in programma nella rassegna, l’elemento “foresta” riveste un ruolo importante nel racconto e, inoltre, si prosegue la riflessione avviata dalla pellicola Il ragazzo selvaggio di François Truffaut nel precedente appuntamento del cineforum. Spiega il curatore del ciclo, Luciano Morbiato: «A distanza di trent’anni Herzog risponde alla storia dell’enfant sauvage di Itard/Truffaut con il suo Grizzly Man: due racconti sulla “inimicizia” tra natura e cultura, perché Victor, il ragazzo selvaggio, resterà sospeso, e a disagio, tra i due regni, mentre Timothy Treadwell, l’amico degli orsi, pagherà con la vita la sua voglia di ritornare nella natura. Herzog esplora la vita e la morte dell’ambientalista che trascorse, completamente disarmato, ben tredici estati tra gli orsi grizzly del Karmai National Park and Reserve in Alaska, filmando le proprie avventure e incontri in quell’ambiente crudele e selvaggio. Nell’ottobre del 2003 i suoi resti e quelli della sua fidanzata, Annie Huguenard, furono scoperti nelle vicinanze della loro tenda, divorati da un esemplare adulto. Era la prima volta che un orso attaccava un uomo in un parco. Il film è un tentativo di penetrare non solo nei misteri della natura selvaggia,ma anche in quelli dell’animo umano. Herzog compone il suo film usando i filmati della telecamera di Treadwell (ma senza mostrare o fare ascoltare la sequenza, avviata da Treadwell stesso, dello sbranamento), frammenti di telegiornali e spettacoli televisivi (come il David Letterman Show), montandoli con una serie di interviste da lui stesso realizzate, per ricostruire le condizioni che hanno portato all’orripilante finale.

Impossibile non ricordare un altro film, tratto da una storia vera, finita tragicamente: quella di Chris McCandless, il ventenne che abbandona nel 1990 la sua famiglia ad Atlanta e, con il nuovo nome di Alexander Supertramp (= supervagabondo), dopo aver girato Stati Uniti e Canada, arriva in Alaska, dove decide di passare l’inverno nella sublime desolazione di un grande parco, ma qui troverà la morte dopo 113 giorni, documentati nel suo diario. John Krakauer ha raccontato nel libro Nelle terre estreme (1998) questa avventura, Sean Penn ne ha tratto il film Into the Wild (2007), che la nostra rassegna Cinema in viaggio (2012) ha proposto proprio per il suo carattere di eccezionale viaggio alla scoperta del mondo esterno e di quello interiore. Il film di Sean Penn, generoso e irruento come alcune sue interpretazioni, nonostante il tragico finale, si collega alla tradizione americana dell’iniziazione e del superamento della prova, del Go west, young boy e del ritorno alla natura auspicato da Thoreau, mentre Grizzly Man è il film di un europeo che non si fa illusioni, «perché l’Universo là fuori non conosce alcun sorriso»: così Herzog nel 1999, anche se in tutto il suo cinema i protagonisti sono folli come Fitzcarraldo o esaltati come Walter Steiner o Dieter Dengler, mentre la realizzazione dei suoi film è una sfida alle resistenze opposte dalla natura, dal vulcano di La Soufrière al fuoco di Apocalisse nel deserto al ghiaccio antartico di Incontri alla fine del mondo al buio delle grotte Chauvet in Cave of Forgotten Dreams».

La rassegna Paesaggi che cambiano si concluderà mercoledì 6 aprile, con la proiezione del film Re della terra selvaggia di Benh Zeitlin (usa, 2012, durata 92’)


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