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«Stravolta… si cambia?»: GiaveraFestival, al via la 26esima edizione

“Stravolta… si cambia?”: lo slogan del 26° GiaveraFestival entra nel vivo di questo nostro tempo e mira a provocare una riflessione sugli “stravolgimenti” che ci stanno attraversando e che noi percepiamo come chiamate a cambiamenti che si fanno sempre più necessari. Lo ha detto il presidente e fondatore don Bruno Baratto nella conferenza stampa svoltasi stamattina in sede Caritas a Treviso. Presenti accanto a lui Lankoande Kourita presidente della Comunità Burkina Faso di Treviso (800 persone) con Felicitè Zigani. Per l’associazione senegalese Djamoral quattro ragazze tra i 15 e i 17 anni: Badji Aminata, Awa Sane, Awa Dieme, Awa Sane (animeranno la serata delle stelle del 14 agosto).

Incontri

Il Festival tra il 15 e il 18 luglio in Villa Wassermann porrà lo slogan-interrogativo a importanti di studiosi che si  e ci interrogano sulla realtà che viviamo, come gli antropologi Marco Aime e Francesco Remotti, chiamati a presentare giovedì 15 luglio alle 20.45 il loro ultimo lavoro: “Il mondo che avrete. Virus, antropocene, rivoluzione”, scritto insieme a Adriano Favole. Ma interpelleremo anche protagonisti del mondo socioculturale, come Massimo Bray, già ministro dei Beni culturali e presidente del Salone del Libro di Torino, ora direttore generale della Treccani, una delle istituzioni culturali di spicco della realtà italiana: venerdì 16 alle 20.45 è previsto l’incontro con lui sul tema del Festival, sui cambiamenti conseguenti alla pandemia e sulle prospettive future.

La riflessione continua sabato 17 dalle ore 17 con interventi di Marina Lalovic, giornalista serba da vent’anni in Italia (Checkpoint – RayNews24 e Radio3Mondo), su geopolitica e scenari internazionali, con Mario Caputo regista triestino autore del docufilm “No borders. Flusso di coscienza” e con Donatella Ferrario giornalista milanese realizzatrice dei libri “La porta d’Europa. Il confine italiano della rotta balcanica e “Sconfinare. Viaggio alla ricerca dell’altro e dell’altrove” sulla situazione al “confine est”, che mette l’Italia in contatto con Afghanistan, Pakistan, India, Siria. Con il gruppo GiaveraFest abbiamo già realizzato due “esplorazioni sul terreno” sabato 26 e domenica 27 giugno.

Domenica 18 luglio ci incontreremo a pranzo alle 13 con Davide de Michelis, giornalista e documentarista (Rai3 – Radici), dando visibilità ad un’«altra faccia» dell’immigrazione. Si proseguirà dalle 17 con Stefania Prandi, giornalista e fotografa (“Oro rosso”, mostra e libro sullo sfruttamento lavorativo, soprattutto al femminile) e Khalifa Abo Khraisse, regista libico (“Cartoline da Tripoli” su Internazionale) che affronterà la situazione in Libia vista con uno “sguardo libico”. Un dibattito da non mancare quello con Andrea Signorelli, giornalista ed esperto di nuove tecnologie, su un tema attualissimo: “Social Media e democrazia”, alle ore 18.

Musica, Arte, Cibo

Sabato 17 dalle 20 esibizione di Saba Anglana, cantante di origine somala, che propone un concerto spettacolo in dialogo con mondi diversi; a seguire i cori Voci dal Mondo, Le Cicale e Canto Spontaneo con il progetto musicale “alla ricerca del Simurg”, canti verso la rotta balcanica e le sonorità oltreconfine di Jedbalak. Domenica 18 dalle 19.30 il coinvolgente sound del famoso cantautore del Burkina Faso Bil Aka Kora con Sandro Bellu e Marco Giovinazzo e a concludere le musiche mediorentali dei Mashrabiya. E’ prevista l’esecuzione dell’inno nazionale del Burkina Faso, interpretato dalla Banda Musicale di Nervesa della Battaglia. Vi sarà inoltre dalle 18.30 uno spazio “art-lab” con giovani protagonisti del nostro territorio: un’attenzione speciale che vorremmo sviluppare sempre più in futuro.

Alcuni progetti artigianali (ceramica, tappeto, tessitura, formelle in legno) e due mostre completano il panorama del Festival: le affascinanti illustrazioni di Fouad Aziz, artista turko-irakeno, e le foto di Stefania Prandi sullo sfruttamento lavorativo delle donne migranti (“Oro rosso”).

Come sempre l’incontro tra i popoli non ignora il cibo e sarà attiva la cucina: “cucine del gusto, sapori di terre” nelle due serate del 17 e 18 luglio.

Regole di accesso

L’accesso allo spazio del Festival è libero e gratuito e verrà gestito secondo le più recenti indicazioni anti-Covid. La prenotazione è necessaria per i due eventi di giovedì 15 e di venerdì 16, nonché per il pranzo con l’autore di domenica 18 alle 13. Prenotazione consigliata anche per le cucine del sabato e domenica sera.

Giavera e oltre

La 26.a edizione del GiaveraFestival dall’anima itinerante proseguirà con altri due appuntamenti: la sera del 14 agosto nel Parco Area Fenderl a Vittorio Veneto è prevista  dalle ore 20 “La notte delle stelle cadenti”, occasione di incontro, attraverso cibo, danze, musica e ritualità sotto le stelle, con l’associazione senegalese Djamoral (su prenotazione) e in particolare dalle giovani generazioni.

Il viaggio-inchiesta si sposta poi sul Confine Ovest: verso Marsiglia, la “città meticcia”, dal 26 al 31 agosto (su prenotazione), esplorando le esperienze di coloro che dal nostro “confine est” tentano la traversata verso la Francia, e la realtà che trovano in questo “passaggio”.

Conclude don Baratto: “Abbiamo fortemente voluto proseguire il cammino del GiaveraFestival perché siamo convinti sia importante -  proprio nel tempo che viviamo, in cui possono prevalere paure, chiusure o superficiali indifferenze - seguitare a proporre occasioni di riflessione, di incontro e di scambio, possibilità per “stravolgimenti” il più possibile partecipati e positivi”.


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