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Alla Rotonda di Badoere va in scena "Tutto quello che sto per dirvi è falso"

Quattro anni fa al teatro Goldoni di Venezia andava in scena la “prima” di “Tutto quello che sto per dirvi è falso”, spettacolo di teatro civile interpretato da Tiziana Di Masi e dedicato all’emergenza contraffazione, con il sostegno della Regione Veneto e del Tavolo della Moda del Veneto, in rappresentanza delle principali associazioni produttive schierate contro il fenomeno.

Venerdì 8 settembre, a quattro anni dalla “prima”, “Tutto quello che sto per dirvi è falso” torna in Veneto per una speciale rappresentazione in una location particolarmente suggestiva: la magnifica Rotonda di Badoere. Organizzazione a cura di Confartigianato Imprese Treviso. Si tratta della replica n. 147 di uno spettacolo che ha girato tutta l’Italia, contribuendo a cambiare la coscienza degli spettatori in materia di acquisto consapevole e legale, arrivando a far sentire la propria voce ai vertici istituzionali grazie a una rappresentazione alla Camera dei Deputati nel maggio 2015.

Eppure, nonostante oggi la contraffazione sia finalmente considerata dalle istituzioni come un pericolo sociale ed economico, l‘emergenza è tutt’altro che finita, come testimoniato dai sequestri e dalle operazioni avvenute durante l’estate. “Per la gente comune – sostiene Tiziana Di Masi – la contraffazione continua a essere vista come un ‘male minore’ rispetto ai grandi mali della criminalità organizzata, ai grandi affari delle mafie. D’estate, poi, comprare oggetti contraffatti nelle spiagge diventa perfino un passatempo. In questo contesto sociale, è perfino inutile organizzare una lotta efficace a chi vende e, soprattutto, a chi gestisce i traffici e ne trae il vero profitto”.

“Dopo quattro anni, continuare con questo spettacolo è una sfida culturale nella certezza che siamo solo noi a poter cambiare la storia e il corso degli eventi. Inutile giustificare l’acquisto di prodotti falsi con la crisi, perché comprare ciò che è illegale ci rende complici di un’Italia che non ci piace, e che siamo sempre pronti a criticare. Citando Gandhi: dobbiamo essere noi il cambiamento che vogliamo vedere”.


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