Economia

In fuga dall'artigianato: in tanti chiudono e cercano lavoro da dipendenti

Negli ultimi dieci anni, persi in provincia di Treviso il 16% delle piccole imprese

Come in tutta Italia, anche in Veneto continua a diminuire costantemente il numero degli artigiani: negli ultimi 10 anni, infatti, sono scesi di 37.500 unità (-19,1 per cento). Secondo gli ultimi dati resi disponibili dall’Inps, nel 2022 nella nostra regione contavamo 158.403 1 artigiani.

Non solo i giovani, quindi, sono sempre meno interessati a lavorare in questo settore, ma anche chi ha esercitato la professione per tanti anni e non ha ancora raggiunto l’età anagrafica e/o maturato gli anni di contribuzione per beneficiare della pensione, spesso preferisce chiudere la partite Iva e restare nel mercato del lavoro come dipendente che, rispetto ad un artigiano, ha sicuramente meno preoccupazioni e più sicurezze. L’analisi è stata condotta dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre.

A livello provinciale, le variazioni percentuali più negative hanno riguardato Belluno con il -20,2, Verona con il -23,2 e, in particolar modo, Rovigo con il -26,3. Tra le sette province venete solo Treviso con il -16 e Venezia con il -16,5 hanno registrato delle contrazioni più contenute della media nazionale che, invece, si è attestata al -17,4 per cento. In termini assoluti le perdite più significative hanno riguardato Vicenza con il -6.756, Padova con il -7.438 e, soprattutto Verona con il -8.821 unità.

Senza botteghe si estinguono le imprese familiari

Sono ormai in via di estinzione tantissime attività artigianali. Insomma, non solo diminuisce il numero degli artigiani, ma anche il paesaggio urbano sta cambiando volto. Sono ormai ridotte al lumicino le botteghe artigiane che ospitano calzolai, corniciai, fabbri, falegnami, fotografi, lavasecco, orologiai, pellettieri, riparatori di elettrodomestici e Tv, sarti, tappezzieri, etc. Attività che, nella stragrande maggioranza dei casi erano a conduzione familiare, hanno contraddistinto la storia di molti quartieri, piazze e vie delle nostre città, diventando dei punti di riferimento che davano una identità ai luoghi in cui operavano.

Per contro, invece, i settori artigiani che stanno vivendo una fase di espansione sono quelli del benessere e dell’informatica. Nel primo, ad esempio, si continua a registrare un forte aumento degli acconciatori, degli estetisti e dei tatuatori. Nel secondo, invece, sono in espansione i sistemisti, gli addetti al web marketing, i videomaker e gli esperti in social media. Purtroppo, l’aumento di queste attività è insufficiente a compensare il numero delle chiusure presenti nell’artigianato storico, con il risultato, come dicevamo più sopra, che la platea degli artigiani è in costante diminuzione.


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