Cronaca

Alloggi popolari, anche al fratello di Branko Durdevic una casa "in deroga"

Nel 2018 l'uomo avrebbe ottenuto un appartamento grazie alla regole discrezionali applicate dal Comune di Treviso. Intanto procede l'inchiesta della Procura di Treviso, che indaga per corruzione e abuso in atti d'ufficio

Anche il fratello di Branko Durdevic, il 37enne a processo per l'omicidio dello "zio" Domenico Durdevic, avrebbe ricevuto un alloggio, in emergenza abitativa, secondo le regole "discrezionali" che venivano praticate dall'ufficio casa del Comune di Treviso. Assegnazioni che sono oggetto adesso di una inchiesta da parte della Procura di Treviso, in cui il dirigente Stefano Pivato, quattro suoi colleghi e poi ancora Silvana Hudorovich, Gigante Levacovic, Simone Garbin e Enrico Renosto, insieme ad altre trenta persone, risultano indagati a vario titolo per corruzione e abuso in atti d'ufficio. Nel 2018 l'uomo ottiene un appartamento avendo dichiarato che il suo nucleo familiare convive con quello del padre in una casa che non è abbastanza grande per tutti, ma figura anche essere residente in una roulotte. E allora fa incetta di punti, quando invece le due situazioni di disagio abitativo non si sarebbero dovute sommare. 

Discrezionalità (comunque prevista dalla legge)  è la parola chiave intorno a cui gira l'indagine in corso, cioè quella utilizzata dall'ufficio nel fare le assegnazioni di case sulla base dell'emergenza abitativa. Nel 2009 infatti la competenza in materia non è più riservata alla commissione del consiglio comunale, organo misto politico-amministrativo, ma viene affidata completamente ad un board interno al settore casa. E' Mauro Michielon, al tempo assessore al sociale, che avrebbe informato i membri dell'assemblea cittadina giustificando la decisione con un adeguamento normativo alla legge Bassanini.

Ma quello è anche il momento in cui inizierebbero le assegnazioni sospette su cui si starebbe indagando. Un caso emblematico sarebbe quello che riguarda Gigante Levacovic, che in via Mantovani Orsetti entra, sempre in emergenza abitativa, in due casette, una per sé e una per il figlio. La loro situazione economica dovrebbe essere disperata ma, tra il 2019 e il 2020, negli immobili sarebbero stati realizzati due abusi edilizi del valore svariate decine di migliaia di euro. Partono le segnalazioni dei vicini di casa, cui segue un intervento degli agenti della Polizia Locale. Ci sono evidenti  incongruenze sulla loro disponibilità economica, ma i Levacovic sono ancora dentro alle case del Comune.


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