Cronaca

Aspettando il Raduno Triveneto: in 300 per la premiazione di "Parole attorno al fuoco"

Sono pervenuti all’organizzazione ben sessanta racconti, il 40 per cento dei quali rappresentato da autori “nuovi” e tutti sono stati giudicati dalla giuria presieduta da Lugaresi

VITTORIO VENETO Roberto Cristiano non è un alpino, eppure è arrivato domenica da Napoli per ricevere il riconoscimento: il suo è stato uno dei racconti segnalati al 23.mo Concorso letterario nazionale “Racconti attorno al fuoco” organizzato dal Gruppo Alpini di Arcade della sezione Ana di Treviso: in 300 nell’aula magna del seminario di Ceneda di Vittorio Veneto, gremita, lo hanno applaudito, come del resto anche gli altri segnalati del Premio e soprattutto i vincitori. Le premiazioni del concorso erano inserite come evento nella rassegna "Aspettando il Raduno Triveneto" del Centenario che vedrà a Vittorio Veneto, dal 15 al 17 giugno 2018 l’arrivo e la sfilata di decine di migliaia di alpini del 3. Raggruppamento, e non solo.

Sono pervenuti all’organizzazione sessanta racconti, il 40 per cento dei quali rappresentato da autori “nuovi”, nel senso che per la prima volta hanno partecipato al Premio letterario Parole attorno al fuoco, concorso che mette in luce i valori alpini e che manifesta costantemente nel tempo un vivo interesse a livello nazionale, come si evince scorrendo i nomi delle località di provenienza degli autori: da Piemonte, Lombardia, Liguria all’Abruzzo, Lazio, Campania, da Veneto e Friuli alla Toscana, Calabria, Marche, dall’Emilia-Romagna alla Sicilia. Come nel 2017 anche per il 2018 il tema è stato “La Montagna: le sue storie, le sue genti, i suoi soldati, i suoi problemi di ieri e di oggi" ed è stato un grande successo a livello organizzativo e di partecipazione, sottolineato dal generale Renato Genovese, consigliere nazionale, in rappresentanza del Direttivo Nazionale dell’Ana e del presidente Sebastiano Favero, che ha auspicato pure l’obiettivo di uscire dai confini nazionali.

La Giuria presieduta da Giovanni Lugaresi ha proclamato vincitori della ventitreesima edizione del premio “Parole attorno al fuoco: NERO di Rita Mazzon di Padova 3° classificato “Ritrovare in un vecchio montanaro “mia madre e mio padre d’Africa”, ritrovare “mia madre e mio padre d’Italia in lui”. È in questa considerazione il felice epilogo di una vicenda nata e sviluppatasi in maniera cruenta per un ragazzo sfuggito a quella violenza che lo aveva privato dei genitori in patria, e poi, per un incidente, di quelli adottivi, in Italia. Non resta che quel “nonno” di poche parole, che lo accoglie, burbero, senza fargli mancare nulla…di materiale. Sarà soltanto nel momento del pericolo in montagna, con il vecchio a salvare il giovane, a rivelare un nuovo forte sentimento”.

GAS di Paola D’Agaro di Pordenone 2° classificato: “ Con i versi di Ungaretti e un canto della tradizione anarchica e antimilitarista (“O Gorizia, tu sei maledetta”), per la narrazione di un episodio in cui rivivono le brutture, gli orrori della guerra: sangue, brandelli di carne bruciata sparsi sul terreno dei combattimenti, la nausea degli odori, e con un insidioso, terribile nemico come i gas asfissianti. Il tutto ruotante attorno a un giovane deluso, pentito, per la scelta compiuta a suo tempo, io narrante nei particolari più veri e agghiaccianti di una situazione, di una condizione disperante, e qualche fugace nostalgico riandare al passato, alla casa, al paese. Nel finale, con un riferimento all’atto eroico del sottotenente Aurelio Baruzzi che issa il tricolore a Gorizia, una sorta di ironica considerazione (“il Natale 1916 lo passeremo a casa”) anticipa quel che sarà il domani della guerra.

Ha vinto il primo premio SOLO PER AMORE di Giorgio Visentin di Godega di Sant’Urbano 1° classificato, e decano per le partecipazioni al concorso con molte segnalazioni. “La notte della vigilia dell’attacco al Castelet della Tofana: impresa temeraria, se non sovrumana, e questa è, per un giovane ufficiale partito volontario per dimostrare alla donna amata, infatuata delle nuove idee moderne all’insegna del futurismo, che lo respinge, l’occasione per rivedere la sua vita, riflettere sui suoi sentimenti, sulle scelte compiute, con uno sguardo di speranza al futuro. Una condizione esistenziale che caratterizza gli uomini, i soldati in particolare, alla vigilia di azioni, di eventi cruciali dell’esistenza. Con un finale sospeso: a coronamento di una narrazione scorrevole, sobria, essenziale, che compiutamente inquadra l’uomo e la sua realtà interiore.


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