Cronaca

Cagnolina morta a Ponzano, il proprietario convocato dai carabinieri

Individuato grazie al microchip della cagnolina il padrone della bestiola gettata da un'auto in corsa sabato scorso: non è detto sia lui il colpevole del gesto. Lettera della presidente di Enpa a Zaia: «Approvare la nuova legge regionale sul benessere animale»

La cagnolina morta a Ponzano Veneto

C'è un'importante svolta nel caso della cagnolina morta dopo essere stata lanciata da un'auto in corsa sabato 16 marzo nei pressi di Cava Morganella a Ponzano Veneto. La cagnolina era dotata di microchip: il proprietario è stato individuato e convocato dai carabinieri:

Come riportato da "La Tribuna di Treviso", le autorità vogliono accertare le responsabilità del proprietario dal momento che non è detto sia lui l'autore del gesto. Venerdì 22 marzo anche il sindaco di Ponzano, Antonello Baseggio, incontrerà di nuovo i carabinieri per discutere del caso che ha sollevato un vero e proprio coro di sgomento e indignazione. Giovedì 21 marzo la presidente nazionale di Enpa, Carla Rocchi, ha scritto una lettera al presidente della Regione Veneto, Luca Zaia chiedendogli di accelerare l'iter di approvazione della nuova legge regionale sul benessere animale: «In Veneto è stato presentato un ottimo disegno di legge sulla tutela del benessere degli animali, ma è fermo. Le modifiche previste nel ddl introducono elementi che migliorano notevolmente la tutela dei cani e dei gatti sul territorio, non solo in relazione alla loro corretta gestione: contrasta e persegue i colpevoli di orribili crimini contro gli animali, come questo recente episodio, a cui veramente nessun cittadino è più disposto ad assistere - scrive Rocchi a Zaia -. Ricordiamo che l’anziana cagnolina lanciata dall’auto in corsa era stata subito presa in consegna dai veterinari e dai volontari della Sezione Enpa di Treviso, ma a nulla sono servite le cure: troppo gravi i traumi riportati dall’animale nell’impatto. Sul corso della cagnolina, tra l’altro, c’erano segni e ferite pregresse che lasciano pensare a precedenti maltrattamenti».


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