Cronaca

Omicidio Pieve di Soligo: l'azienda esclude tensioni interne

Resta avvolto nel mistero l'assassinio di Emanuele Simonetto, dipendente della Mistral di Pieve di Soligo. La direzione dell'azienda esclude che l'uomo si stato ucciso per motivi di lavoro

L'azienda per la quale lavorava Emanuele Simonetto esclude che il movente sia da ricercare nell'ambito lavorativo. Ad assicurarlo è il responsabile delle risorse umane, Umberto Vitale, che rigetta l'ipotesi che l'omicidio del caporeparto cinquantenne della Mistral, avvenuto ieri alle 19, possa essere collegato a ritorsioni da parte del personale.

Vitale ammette che nel gruppo industriale Homes, al quale la Mistral di Pieve di Soligo, era in atto da alcuni mesi un processo di riorganizzazione, ma nulla, assicura, che potesse dar luogo a tensioni fra i dipendenti.

L'ipotesi della ritorsione da parte di un collega o di un sottposto è si è fatta strada, nelle ultime ore, soprattutto in relazione al fatto che solo il personale poteva sapere che Simonetto lasciava abitualmente la sua auto dietro l'azienda.

"Il gruppo, che ha circa quattrocento dipendenti - ha spiegato Vitale - nell'ottobre del 2010 ha avviato la cassa integrazione, prima straordinaria e poi in deroga, per una trentina di addetti, tutte persone per età vicine alla pensione". Due di esse, precisa il responsabile delle risorse umane, appartengono all'area verniciatura, della quale era responsabile Simonetto e che impiega in tutto una trentina di lavoratori.

Vitale sottolinea comunque che Simonetto "non avrebbe avuto alcun potere nell'indicare, all'epoca della riorganizzazione, quali persone escludere dal processo produttivo: questa è una responsabilità che spetta a me".

Il dirigente tende inoltre ad escludere anche la pista del movente di natura patrimoniale: "Non ci risulta che Simonetto - racconta Vitale - valido professionista e molto dedito al lavoro, potesse avere problemi legati a debiti o a gioco d'azzardo. Né che abbia mai chiesto anticipi sullo stipendio".

In merito alla misteriosa vicenda ha espresso il proprio commento anche il segretario della Cgil di Treviso, Paolino Barbiero, che ha ricordato un episodio risalente ad alcuni anni fa e che aveva portato il nome della Mistral sulla carta stampate. In una bacheca interna dell'azienda venne affisso un volantino anonimo che descriveva diverse pratiche di uccisione di cittadini stranieri a seconda della loro nazionalità. Fatto condannato dalle organizzazioni sindacali, anche per la presenza, fra i dipendenti dell'azienda, di molti lavoratori stranieri. (ANSA)


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