Cronaca

Festa della Lega presa d'assalto dai centri sociali: blitz con fumogeni e sale grosso

Nel pomeriggio di venerdì 20 ottobre, verso le 14.45, un gruppo composto da una ventina di manifestanti del centro sociale Django ha invaso la festa della Lega Nord a Treviso

Foto tratta dal profilo Twitter di Roberto Campagna

TREVISO Mancavano pochi minuti allo scoccare delle tre di pomeriggio quando un gruppo composto da una ventina di attivisti del centro sociale Django di Treviso, si è presentato all'ingresso della festa organizzata dalla Lega Nord nella zona del mercato ortofrutticolo.

Vestiti con tute da imbianchini, muniti di fumogeni colorati, volantini contro Matteo Salvini e diverse confezioni di sale grosso, gli attivisti dei centri sociali hanno cercato subito di entrare nel capannone principale della festa leghista dove questa sera è atteso l'intervento del Governatore Luca Zaia. Sul posto, al momento dell'improvvisa irruzione, erano presenti sia Dimitri Coin (segretario provinciale della Lega Nord) che Roberto Loschi (tra i principali organizzatori dell'evento leghista a Treviso). I due hanno provato a fare del loro meglio per fermare i giovani attivisti ma uno di loro è riuscito a intrufolarsi nella struttura e a rubare una bandiera della manifestazione, dandosi poi alla fuga. Mentre ciò accadeva, gli altri manifestanti cospargevano il terreno con del sale grosso e gettavano a terra decine di volantini contro la Lega Nord e il segretario Matteo Salvini. Il blitz è durato una decina di minuti ed ha lasciato nel caos la manifestazione leghista. Una volta spariti i manifestanti sul posto è intervenuta la polizia di stato che ha avviato le indagini sull'accaduto. Nessuna persona è rimasta ferita nel blitz. ma i responsabili dell'irruzione potrebbero essere accusati di irruzione e violazione della proprietà privata.

Unanime in Rete e sui social la condanna del gesto da parte dei sostenitori della Lega Nord. Massimo Candura, segretario circoscrizionale della Lega per la città di Treviso è arrivato sul posto appena saputa la notizia. "Sono sconcertato dai numerosi attacchi che la Lega continua a subire da parte degli attivisti dei centri sociali. Il nostro intento è semplicemente quello di esprimere pacificamente e legalmente le nostre idee. Chi non la pensa come noi è libero di stare alla larga dall'iniziativa ma mettere in atto un comportamento come quello visto messo in atto venerdì pomeriggio, è la prova che ci troviamo davanti a dei deficienti". Conclude Candura: "Quello che mi sorprende di più è il fatto che, nonostante la Lega abbia segnalato più volte i comportamenti illeciti di questi individui alle forze dell'ordine, nessun provvedimento giudiziario degno di nota è stato preso finora contro di loro". Nel frattempo il Centro Sociale Django ha pubblicato sulla sua pagina Facebook un video dell'intervento di oggi pomeriggio scrivendo le seguenti parole: "Abbiamo desalvinizzato la festa della Lega, perchè in questa città per chi semina odio e razzismo non c'è spazio. Ieri sera Matteo Salvini ha tentato di potare nella nostra città il germe del razzismo e noi da bravi anticorpi siamo arrivati per disinfettare tutto. Nessuno spazio ai leghisti, nessuno spazio ai razzisti".

“I centri sociali hanno operato un attacco allo stand a Treviso in cui dovevo andare stasera. Non posso che esprimere una dura condanna per questo grave episodio”. A dirlo è il presidente della Regione Luca Zaia aggiungendo che “in un Paese civile gesti come questi non dovrebbero accadere. Non ci sono giustificazioni ed è giusto e corretto che, oltre a perseguire i responsabili, ci sia una condanna unanime da parte di tutti”. “Spiace vedere – sottolinea il presidente - che a Treviso questi fatti, che fino qualche anno fa non erano di casa, oggi rischiano di diventare ordinarietà. Non è così che si dialoga in democrazia, anche perché violenza e danni non sono nelle corde della nostra comunità”. 

LA CONDANNA DI MANILDO “Condanniamo con forza l’attacco dei Centri sociali alla festa della Lega Nord - dichiara il sindaco di Treviso Giovanni Manildo - A tutti i militanti e ai vertici del partito va la nostra più piena solidarietà. Si tratta di un gesto, che se confermato, riteniamo grave e lesivo della libertà di ogni cittadino di associarsi a un partito e di condividere un ideale politico, libertà sancita dall’articolo 49 della nostra Costituzione. Treviso non solo riconosce ma soprattutto promuove questo diritto che è anche una libertà fondamentale e collettiva. Infine - sottolinea il sindaco - mi auguro che vengano individuati i responsabili di un attacco vile e vergognoso che non rappresenta Treviso, i trevigiani e chi li governa”.


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