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Sequestro di persona a Preganziol, la moglie voleva la separazione

Domani 24 febbraio il 55enne che avrebbe tenuto segregata la moglie di 58 anni per tutta la notte di mercoledì comparirà davanti al gip di Treviso per l'udienza di convalida dell'arresto e l'interrogatorio di garanzia. L'uomo deve rispondere anche di maltrattamenti in famiglia

Domani 24 febbraio, alle 9,30 davanti al gip di Treviso Marco Biagetti, si terranno l'udienza di convalida e l'interrogatorio di garanzia del 55enne che la sera e per tutta la notte di mercoledì 21 febbraio avrebbe sequestrato in casa la moglie, una 58enne. L'uomo è accusato, oltre che di sequestro di persona aggravato, anche di maltrattamenti in quanto il coniuge, nel sporgere la denuncia, avrebbe dichiarato di essere stata fatta oggetto in passato di numerosi atti di vessazione per i quali però non aveva mai sporto la querela.

Il 55enne, operaio metalmeccanico specializzato nella lavorazione del ferro, non ha alle spalle alcun precedente penale. Secondo le indagini della Procura il matrimonio tra i due, che durava da circa 10 anni, era da tempo arrivato ad un punto morto e la donna avrebbe preso già da tempo la decisione di separarsi. Era una cosa di cui i due avrebbero discusso parecchie volte, come viene confermato anche dai vicini di casa che li sentivano spesso litigare dentro all'appartamento di via Gorizia a Preganziol. L'altra sera però la 58enne gli avrebbe comunicato la sua volontà di mettere fine una volta per tutte al rapporto. L'uomo, che come la moglie aveva avuto delle precedenti relazioni tra cui una finita con la separazione, ha perso le staffe.

Lei è stata letteralmente presa in ostaggio dal marito, che ha chiuso a chiave la porta d'ingresso della casa. Avrebbe anche tirato fuori una delle sette armi da fuoco, tra fucili da caccia e pistole da competizione sportiva (tutte detenute legalmente e comunque poste sotto sequestro) che avrebbe appoggiato sul tavolo attorno al quale stavano seduti. «Se cerchi di uscire sei morta" le avrebbe detto».

A lanciare l'allarme sarebbe stata la figlia 28enne della donna. "Aiuto, questa volta mi uccide" avrebbe detto la 58enne alla ragazza, evidentemente facendo riferimento agli altri episodi di maltrattamenti. La vittima del sequestro, tenuta dentro alla casa contro la sua volontà per oltre 10 euro, è stata contattata da un negoziatore dei reparti speciali dei Carabinieri che erano sopraggiunti nella zona e con una scusa - far fare i bisogni al cane - è riuscita ad uscire dall'abitazione in cui subito dopo hanno fatto irruzione i militari dell'arma.

«L'uomo - spiega il procuratore di Treviso Marco Martani - non era evidentemente molto lucido altrimenti non avrebbe permesso alla moglie di scendere con il cane per quanto le fosse stato preso il telefono cellulare e il portafoglio, probabilmente nella speranza che così non se ne sarebbe andata».

Il pubblico ministero Giulio Caprarola chiederà la misura degli arresti domiciliari con l'uso del braccialetto elettronico nella casa del padre del 50enne, che si trova anch'essa a Preganziol. Ma nel frattempo sono in corso delle verifiche per sincerarsi che nell'abitazione del genitore non siano presenti armi. «Sono precauzioni che prendiamo per impedire che l'indagato possa fare dei gesti sconsiderati nei confronti della moglie - torna a dire Martani - il braccialetto elettronico infatti non da una indicazione in tempo reale sullo stato della persona e comunque è uno strumento non equipaggiato con un rilevatore di posizione». Se non saranno possibili i domiciliari la Procura chiederà la misura della detenzione in carcere.


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