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Museo Canova: da una radiografia ad una tela affiora un’opera sconosciuta

Ora molti sono gli interrogativi aperti. Il più importante però riguarda la paternità del dipinto: appartiene a Canova o ad altro artista? Quando è stato realizzato e perché è stato coperto?

Una radiografia e sotto la tela affiora un’altra opera finora sconosciuta. È meraviglia al Museo Canova di Possagno dove, grazie al lavoro di restauro sull’Autoritratto come scultore, a distanza di secoli si è rivelato un secondo dipinto. Due volti quelli che appaiono all’esame radiografico, sotto il dipinto originale. Ci si trova davanti a una sua opera sconosciuta? O Canova ha utilizzato una tela vecchia, per la sua autoraffigurazione, pratica usuale per gli artisti, e ha coperto quei due soggetti? E chi può avere firmato quei due volti, se non è stato Canova? Tutte domande alle quali eventuali altre indagini potrebbero dare risposta.

L’artista, partito nel 1798 da Roma a causa dell’occupazione francese, trascorse diversi mesi a Possagno durante i quali realizzò alcuni dei suoi capolavori pittorici, come riporta un passo delle Memorie del 1823 di Giuseppe Falier: ‘Però nella ferma sua permanenza in Possagno di oltre un anno molte furono le sue produzioni, e bellessime […] contendendo a buon diritto gli allori ai Paoli, ed ai Tiziani’. Queste opere sono oggi custodite presso la Casa che fu dell’Artista e che fa parte del complesso museale. In uno di questi, Autoritratto come scultore, Canova pone l’attenzione sulla caratterizzazione fisiognomica e sull’introspezione psicologica. L’artista emerge da uno sfondo molto scuro, elegantemente vestito, si presenta con un’incipiente calvizie, fronte spaziosa, naso importante, bocca socchiusa, quasi a sussurrarci qualcosa. Ciò che attrae maggiormente l’attenzione dell’osservante è lo sguardo: occhi vivaci e intelligenti che seguono il suo. L’artista tiene tra le mani mazzuolo e scalpello, mentre altri strumenti di lavoro sono posti alla sua sinistra. Sotto possiamo leggere “Anto Canova Sc. si dipinse 24 luglio 1799”, mentre a sinistra invece è rappresentata una testa ideale, soggetto scolpito dall’artista solo qualche anno dopo.

La diagnostica iniziale, parte di un più ampio progetto di restauro, era rivolta a verificare lo stato della verniciatura e dei ritocchi. Se all’osservazione visiva la superficie pittorica sembrava uniforme, continua e chiusa, osservata con il microscopio a 500/1000 ingrandimenti, l’Autoritratto come scultore appare ricco di micro crettature, con densità diversa di vernice: informazioni importanti per l’intervento di pulitura. L’osservazione della fluorescenza ultravioletta con lampada di Wood invece è stata indispensabile per identificare ridipinture e velature - estranee all’opera dipinta dal Canova, ma soprammesse da passati interventi di restauro. Con la riflettografia IR semplice inoltre possiamo avere delle foto che permettono di avere documentazione fatte con radiazioni infrarosse IR utili per leggere la natura di particolari pigmenti e eventuali pitture poco visibile con la luce solare. Con l’avviarsi del restauro, resosi possibile grazie al mecenatismo della Home Cucine di Cison di Valmarino, l’opera è stata tolta dalla sua cornice, svelando che il lato sinistro presentava delle porzioni di pittura incompatibili con il dipinto noto. Valutata con la Soprintendenza l’opportunità di procedere con degli approfondimenti, il Museo Canova ha effettuato delle radiografie che hanno rivelato un dipinto sottostante.

In seguito a questa scoperta molti sono gli interrogativi aperti. Il più importante però riguarda la paternità del dipinto emerso, appartiene a Canova o a qualche altro artista? Quando è stato realizzato? Perché è stato coperto? Domande che forse potranno trovare risposta grazie ad ulteriori indagini scientifiche e a ricerche presso gli archivi del Museo, cercando tra inventari, libri dei conti e i molti documenti conservati che attestano l’attività canoviana.

Una notizia che ha positivamente sorpreso gli addetti ai lavori e del Museo: “Grazie al ricco programma del Museo, volto alla cura dell’immenso patrimonio di cui è custode, ci è data l’opportunità di conoscere ulteriori aspetti dell’attività artistica canoviana - spiega la direttrice Moira Mascotto - questo ritrovamento, in particolare, può rappresentare un ulteriore passo in avanti per la conoscenza di Canova pittore, già arricchita negli ultimi anni da alcuni importanti ritrovamenti. Il nostro Museo si pone come obiettivi la tutela, la valorizzazione e la conservazione, ma allo stesso tempo persegue la ricerca e la divulgazione della conoscenza dell’artista e della sua opera”.


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