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Delegazione dell'Unione Europea visita gli impianti di Alto Trevigiano Servizi

Treviso e Carbonera best practices mondiali per il recupero dalla depurazione. La tecnologia degli impianti permette di ricavare energia e risorse pregiate dal trattamento delle acque

Un momento della visita (Foto di Alto Trevigiano Servizi)

Treviso è la punta di diamante internazionale  nel campo della  valorizzazione delle risorse pregiate che possono essere estratte attraverso i processi di trattamento delle acque da depurazione. Per questo questo gli impianti di  AltoTrevigianoServizi di Treviso e Carbonera sono stati visitati da una delegazione del International Water Association Resource Recovery,  nei giorni scorsi impegnata a Venezia nello svolgimento dei lavori della propria conferenza internazionale 2019 durante i quali oltre 300 esperti da numerosi paesi del mondo hanno affrontato il tema del recupero di risorse dalle acque destinate a processi di depurazione.

In questo ambito Ats è stata individuata a livello internazionale come la migliore best practice nei processi di innovazione nella ricerca e nella tecnologia per quanto riguarda lo studio, la progettazione e la realizzazione degli impianti. «Il trattamento delle acque non è più solo una questione ambientale – ha detto il presidente di Alto Trevigiano Servizi Fabio Vettori - man mano che si entra sempre di più nell'era dell'economia circolare le acque da trattamento assumono un ruolo fondamentale perché è possibile recuperare risorse importanti che altrimenti andrebbero sprecate. Ciò che si sta facendo a Treviso é considerato assolutamente all'avanguardia». Il gruppo internazionale che ha effettuato il sopralluogo era composto dal rappresentante della Commissione Europea, Evdokia Achilleos, da Zigho Yuan, direttore dell'Advanced water management center di Brisbane, da Mark Van Loosdrecht dello dello Stokholmwater price 2018, Willy Vestraete fondatore del "resource recovery cluster", Diane D'Arras presidentessa IWA e dal professor Francesco Fatone, organizzatore IWA. La visita ha riguardato gli impianti di AltoTrevigiano Servizi di Carbonera e Treviso dove vengono applicati innovativi processi di recupero, sia in termini di materia che di energia, dai flussi di trattamento delle acque reflue urbane.

Un particolare interesse ha suscitato l'impianto di Carbonera, dove nell'ambito del progetto europeo per l'innovazione Horizon 2020- Smart Plant vengono applicate nuovissime tecnologie per il trattamento dei surnatanti della digestione anaerobica dei fanghi, con nuovi processi a ridotto consumo energetico rispetto alle soluzioni tradizionali e per  il recupero di cellulosa, struvite (fertilizzante a base di fosforo) e bioplastiche dai fanghi biologici. «L'interesse della comunità scientifica e della Commissione Europea – ha spiegato l'amministratore delegato di Ats Pierpaolo Florian – nasce dal riscontro avuto da precedenti progetti pilota nell'ambito della codigestione dei fanghi biologici con la frazione organica del rifiuto urbano, la produzione di biogas da combustibile di origine non fossile, il recupero di energia da combustione del biogas. Questo peraltro rende gli impianti autonomi sotto il profilo dell'energia elettrica e termica utilizzata grazie all'approvvigionamento da fonti rinnovabili e non inquinanti». «Quella che si delinea all'orizzonte grazie alle sperimentazioni nei nostri impianti – torna a dire il presidente Vettori – è la possibilità concreta di trasferire le tecnologie da un piano meramente di ricerca e con una applicazione per l'autosostentamento degli impianti all'economia reale. Ad esempio ciò che interessa particolarmente l'Unione Europea è l'approdo ad una possibile produzione di fertilizzanti non inquinanti grazie al recupero dei fosfati operato sulle acque, che comporta notevoli risparmi che riguardano anche la riduzione drastica degli elementi inquinanti che derivano dalle metodologie tradizionali utilizzate fino ad oggi. Non a caso lo Smart Plant di Carbonera è il frutto di una vasta rete di cooperazione internazionale in termini di ricerca ed è stato realizzato grazie al finanziamento previsto dai fondi comunitari per lo sviluppo tecnologico e scientifico».


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