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Villa Franchetti, bando chiuso: «Cinque offerte per sette quote»

Provincia e Fondazione Cassamarca eserciteranno la prelazione. Le quote daranno diritto alla fruizione completa dell'immobile. Enti pubblici e privati per il recupero della villa

Villa Franchetti

Chiuso l'avviso pubblico di manifestazione di interesse per la conservazione e valorizzazione di Villa Franchetti, frutto dell’accordo tra Provincia di Treviso e Fondazione Cassamarca.

L'obiettivo dell’avviso era la valorizzazione di Villa Franchetti, edificio storico che richiede costante manutenzione, ordinaria e straordinaria, richiesta anche dalla Sovrintendenza, con un progetto che prevede l’acquisto di quote paritarie da 500mila euro fino al raggiungimento del valore della villa, chiedendo a soggetti pubblici e privati una prima manifestazione di interesse, non vincolante, per il relativo acquisto. Alla chiusura del bando, sono arrivate 5 offerte per un totale di 7 quote richieste nella manifestazione di interesse. Provincia e Fondazione Cassamarca si riservano di mantenere la proprietà di alcune quote, come previsto dall’accordo. La titolarità delle quote darà diritto alla fruizione completa dell'immobile, secondo un calendario di attività e iniziative concordate tra le parti di anno in anno. Si prevede un termine quinquennale per il pagamento delle quote, fermo l’obbligo degli acquirenti di versare, all’atto di aggiudicazione, una somma almeno di almeno 150mila euro come quota da usufruire subito alla manutenzione e rigenerazione della villa. 

«Enti pubblici e privati insieme per salvare Villa Franchetti: il bando sta dando i suoi frutti - commenta Stefano Marcon, presidente della Provincia di Treviso - confidiamo grazie a queste prime manifestazioni di interesse, di poter far tornare a risplendere un complesso magnifico e ricco di storia». «Non si può che guardare con soddisfazione agli esiti del bando - conclude il presidente di Fondazione Cassamarca, Luigi Garofalo - Ora i soggetti che hanno manifestato il loro interesse all’acquisto di quote potranno sedersi a un tavolo e definire un regolamento della comproprietà che meglio risponda al recupero dell'edificio e del parco storico».


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