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De Poli, Conte: «Perdiamo una delle colonne della città»

Il messaggio di cordoglio del sindaco di Treviso per ricordare un personaggio "che ha lasciato il segno". Il governatore Luca Zaia: «Con De Poli nella Marca si è inaugurato quello che lui stesso definiva ‘il nuovo corso dell’Umanesimo Latino’»

«Dino De Poli ha sicuramente rappresentato un passaggio fondamentale nella storia della comunità trevigiana. Prima con Cassamarca e poi con la creazione della Fondazione omonima». Questo il ricordo del Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, alla notizia della scomparsa dello storico presidente della trevigiana Fondazione Cassamarca. «Con De Poli nella Marca si è inaugurato quello che lui stesso definiva ‘il nuovo corso dell’Umanesimo Latino’ -aggiunge il Governatore- e gli va riconosciuto di aver investito sul polo universitario e sul recupero di siti culturali». «De Poli ha scritto una pagina fondamentale per quel che riguarda la formazione accademica – prosegue – ma anche per tutto il settore della Cultura. Basti ricordare il tema del Teatro Eden e del Teatro Comunale, restaurati dalla Fondazione sotto la sua guida.  Infine, non è stata secondaria la sua grande attenzione ai fattori ed ai contesti identitari e di tipicità del territorio». «Il mio saluto a Dino De Poli – conclude il Presidente del Veneto – e le mie più sentite condoglianze ai familiari».

«L’Avvocato De Poli ha scritto pagine importanti della storia di Treviso, una vera e propria colonna per quanto ha fatto in ambito culturale, universitario e nella riqualificazione di aree strategiche, del centro e dei quartieri, della Città di Treviso - le parole del sindaco Mario Conte - Dino De Poli è stato un grande personaggio, del quale ricordiamo anche l’impegno politico e le sue battaglie. A nome di tutta l’Amministrazione e della comunità trevigiana rivolgo le mie più sincere condoglianze ai suoi familiari».

«Intendo esprimere a nome mio e del Consiglio Provinciale massimo cordoglio per la scomparsa di Dino De Poli - commenta Marcon- Figura storica trevigiana e a lungo presidente della Fondazione Cassamarca. Uomo di grandi visioni e mentore della rinascita di una città che usciva dal dopoguerra. Molte delle scelte strategiche di questo ente sono state condivise in collaborazione e sempre nella sua figura di grande intelligenza politica si è potuto contare per lo sviluppo culturale e sociale del nostro territorio». (qui sotto De Poli, il 24 ottobre 2009, in occasione dell'inaugurazione del Sant'Artemio).

Il vescovo Michele Tomasi, insieme alla Diocesi tutta, esprime il proprio cordoglio e vicinanza ai familiari, per la morte dell’onorevole avvocato Dino De Poli. Di lui si ricorda la forte ispirazione cristiana, scaturita dalla formazione nelle fila dell’Azione cattolica e dalla sua militanza, in anni non facili ma di grandi fermenti, nella Giac (Gioventù italiana di Azione cattolica), della quale fu dirigente sia a Treviso che a livello nazionale, ricoprendo l’incarico di vice delegato centrale Studenti sotto la presidenza di Mario Rossi. La necessità di “pensare in grande”, animato da una forte speranza e fiducia nel futuro, e la centralità della persona, messa a fuoco nelle letture dei filosofi personalisti, sono alcuni tratti che hanno caratterizzato la sua successiva attività nella politica e nel mondo del credito, fino alla presidenza di Fondazione Cassamarca. In tale veste, ha posto attenzione alle esigenze del territorio e delle comunità parrocchiali, contribuendo al recupero del patrimonio culturale e artistico di molte chiese. Ha soprattutto contribuito allo sviluppo della città di Treviso, con numerosi progetti che, al di là di una loro piena riuscita, mai hanno tradito la sua visione umanistica a tutto tondo, come del resto confermato dall'insistenza sui progetti per rilanciare in tutto il mondo quello che lui chiamava “Umanesimo latino”.

«Dino De Poli è stato, a Treviso e non solo, indiscusso protagonista di molte stagioni della politica, della cultura e dell’economia trevigiane - lo dichiara Giovanni Zorzi, segretario provinciale del Partito Democratico a Treviso, riguardo la scomparsa dell’ex presidente di Fondazione Cassamarca - Anche se non tutte le sue scelte sono condivisibili, è doveroso riconoscergli il valore di essere stato un uomo sempre attento al proprio territorio e di essersi speso con grande passione e impegno. A nome del Partito Democratico trevigiano esprimo le condoglianze alla famiglia».

«Con la scomparsa di Dino De Poli se ne va una figura fondamentale della storia recente di Treviso. Voglio esprimere tutto il mio cordoglio e la mia vicinanza ai familiari». Così Andrea Zanoni (consigliere regionale del PD) commenta la scomparsa dell’ex presidente della Cassa di risparmio della Marca Trevigiana e, successivamente, dell’omonima Fondazione, avvenuta la scorsa notte. «Una persona dotata di grande intelligenza, che aveva a cuore il territorio e la comunità. Da ricordare anzitutto il suo impegno per la cultura con il restauro dei teatri Eden e Comunale e gli investimenti nel polo universitario. Per la Marca è sicuramente una grave perdita».

«Si sentiva e lo era, un plenipotenziario - scrive l'ex parlamentare del PD, Laura Puppato - Un mecenate d'altri tempi, con una capacità di spesa che nessuno ha mai avuto e tantomeno ha, oggi. Ma, va detto, un uomo innamorato veramente del Veneto e della sua città Treviso. Io lo voglio ricordare, riconoscente, per il suo determinante aiuto nel procedere al recupero dei bellissimi reperti della  necropoli paleo-veneta  di Montebelluna, lo studio e la pubblicazione conseguente. Il progetto del parco archeologico che era pronto a finanziare e che ci avrebbe resi la 2' realtà  paleoveneta nazionale, ma che solo a causa dell'improvvisa carenza di risorse della fondazione nel 2008 -  dopo l'avvio della crisi finanziaria - non ne ha visto il compimento. (Rimanendo poi nel cassetto dell'attuale amministrazione comunale senza più interesse a proseguire su quel tema di straordinario valore storico-culturale.) Un'ultima annotazione sulla qualità  della sua persona, senza fronzoli e che poteva non piacere perché non faceva sconti e, appunto, non era interessato "a piacere". Mentre era molto interessato a tutto ciò che poteva fare cultura, fosse musica, arte, archeologia, storia o letteratura. Ricordo bene il suo insistere con me nel voler non solo agire per le scoperte in corso ma riportare, nero su bianco,  tutto ciò che si era scoperto per lasciarlo alle generazioni a venire. "Quel che è  scritto resta" soleva dire "se pubblicato, rende merito a ciò che ne ha. Non si arena in un quotidiano senza spessore". Un lascito in un tempo che vive ancora del provvisorio».

Il ricordo ed il commento del presidente di Confcommercio Treviso, Federico Capraro: «A De Poli dobbiamo una grande ed unica visione della città, che ha sicuramente contribuito ad innalzare lo sguardo sulla realtà trevigiana. Gli va riconosciuta una qualità indiscussa ed un pensiero elevato. Ha sicuramente tracciato un solco profondo che ha inciso sul destino immobiliare ed ha posto le basi per proiettare Treviso nella dimensione universitaria, culturale, internazionale e turistica. Con lui se ne va un pezzo di storia: sono passati 22 anni dalla firma del grande risiko immobiliare ed il confronto è ancora aperto».

Così, invece, Maria Cristina Piovesana, Presidente di Assindustria Venetocentro: «La figura dell’On. Dino De Poli lascia un segno nella storia politica, economica, culturale e sociale di Treviso e del suo territorio. E' stata la sua una vita lunga e operosa, che lo ha visto, fino a pochi anni fa, assumere responsabilità decisive di indirizzo del nostro sviluppo come, ad esempio, quand'era alla guida di Fondazione Cassamarca, il sostegno ai programmi universitari a Treviso e l’investimento convinto nella cultura, che oggi costituiscono una vocazione consolidata della città. Va riconosciuto che non sempre le sue scelte sono state da noi condivise. Lo abbiamo espresso sempre pubblicamente per esprimere l'esigenza di un necessario confronto su come poter investire ingenti risorse in un progetto comune per il bene e il futuro del territorio. Alla sua famiglia le condoglianze più sentite di Assindustria Venetocentro, nel ricordo anche della sua presenza in molti appuntamenti da noi promossi, come, in molte occasioni,  l’Assemblea generale dei soci».


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