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La prevenzione del tumore al seno aiuta due volte la donna

Alla Lilt 5mila euro dell’ottobre rosa a Monastier. Verranno destinati alle donne colpite da neoplasie ginecologiche

La consegna dell'assegno alla Lilt

Ogni anno nella nostra Regione vengono diagnosticati più di 1.000 casi di tumori della sfera ginecologica, dei quali oltre 200 in provincia di Treviso. Se i tumori del collo dell’utero sono diminuiti grazie al Pap Test e diminuiranno ancora con la diffusione dei vaccini per il papilloma virus che ne è la causa, i tumori del corpo dell’utero sono costanti e il rischio aumenta con l’età e quindi anche le donne in menopausa devono eseguire dei periodici controlli. Ancora più subdoli e aggressivi i tumori dell’ovaio che richiedono una particolare attenzione della donna ai primi sintomi e richiedono protocolli di cura interdisciplinari particolarmente pesanti per le pazienti. La maggiore incidenza dei tumori ginecologici si riscontra per le donne oltre i 50 anni, ma essi vengono diagnosticati ad ogni età; le cure implicano talvolta addirittura l’impossibilità di future gravidanze o l’entrata improvvisa nella menopausa. Queste donne si trovano così ad affrontare importanti cambiamenti nell’ immagine di sé e nella vita relazionale con significative implicazioni nella sfera della sessualità. 

Da alcuni anni grazie ad una collaborazione tra la LILT e la ULSS 2 è attivo il “Progetto Artemide”, un progetto di supporto psicologico alle donne con questa tipologia di tumore che, come intuibile, ha notevoli ripercussioni sulla sfera emozionale e più intima di una donna. Il “Progetto Artemide” prevede la disponibilità di una psicologa che fornisce supporto psicologico alle pazienti colpite da malattia neoplastica ginecologica, afferenti all’UO di Ginecologia dell’Ospedale Ca’ Foncello di Treviso e loro familiari. A supporto di questa iniziativa andranno i 5000 euro che sono stati donati oggi (6 febbraio) alla LILT da parte della Casa di Cura “Giovanni XXIII” di Monastier. Un maxi assegno che rappresenta il frutto del ricavato delle donazioni delle tante donne che durante il mese di ottobre dello scorso anno hanno effettuato lo screening mammografico presso la Casa di Cura. Presenti alla conferenza il Dott. Alessandro  Gava Presidente LILT e Direttore UOC Radioterapia Oncologica Ca’ Foncello, il Dott. Enrico Busato, Direttore UOC  Ostetricia-Ginecologia Ospedale Ca’ Foncello, la Dott.ssa Elena Daniel, Psicologa “Progetto Artemide”, il Dott. Bernardino Spaliviero, Radiologo Casa di Cura “Giovanni XXIII” di Monastier insieme al direttore Sanitario dottor Ugo Coli e all’amministratore della “Giovanni XXIII” di Monastier Gabriele Geretto assieme al presidente di Sogedin S.p.A. di Monastier Massimo Calvani .

«E’ per noi un orgoglio sapere che questa donazione - che proviene dalle donne - andrà ad aiutare altre donne. Voglio ringraziare anche per questo la LILT, il dottor Alessandro Gava e i tanti volontari che ogni giorno si prodigano per il bene del prossimo. Sono diventati un elemento di congiunzione fondamentale sia tra medico e paziente ma anche tra strutture, pubbliche o private che siano. Quello che è accaduto oggi è l’esempio più prezioso che operare insieme può portare a fare solo del bene»: ha detto Gabriele Geretto Amministratore Delegato della Casa di Cura “Giovanni XXIII” di Monastier.

Nel corso del 2018 sono aumentati di circa il 19 % gli esami clinico strumentali alle mammelle effettuati nella struttura di Monastier. Sempre più essenziale è fare sia la mammografia che l’ecografia. Il mammografo in 3D con la tomosintesi e l'ecografo con sonde ad elevatissima frequenza da 18 a 24 megahertz consentono di individuare patologie che fino a 10 anni fa non si vedevano e la recente attivazione della mammografia delle mammelle con mezzo di contrasto consente di chiarire meglio l'estensione, la precisione e la sede e l'eventuale patologia. Il tutto in funzione di un intervento chirurgico per togliere la malattia, curarla con la speranza di poter guarire.


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