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Home Festival 2018, l'opinione di un residente di San Giuseppe

TREVISO E' finita con un banner che saluta organizzatori e residenti " rispettiamo i nostri vicini di casa" . San Giuseppe è finalmente uscito dai 5 giorni in modalità Guantanamo" per ritornare alla sua normalità. 5 giorni di strade chiuse, di divieti di sosta e di transito financo davanti a tutte le attività commerciali del quartiere e che solo una deroga inserita in seguito a sacrosante lagnanze ha parzialmente mitigato. 5 giorni da "separati in casa", San Giuseppe Est e San Giuseppe Ovest, coll'invalicabile "muro" del sottopasso attiguo a via Canevare, una sorta di "check point Charlie" per soli pedoni e biciclette. Tutti gli altri, chi ad esempio si recava al lavoro al Menegazzi o chi rientrava a casa doveva circumnavigare l'intero quartiere finendo magari nel caos della Noalese ,già trafficata di suo, intasata per l'afflusso di quanti, attraverso vi.le della Serenissima, accedevano al parcheggio nr. 1 su un adiacente terreno agricolo e poi all'area dogana. 5 giorni di musica a tutto volume, si sentiva da Carbonera a Istrana, non solo nelle ore dei concerti fino a notte fonda ma pure al mattino per i consueti sound-check. tanto da far ballonzolare i radiatori di casa nonostante finestre ed imposte serrate. 5 giorni di schiamazzi ed urla a turbare il sonno mentre le "orde" vocianti defluivano in piena notte, carburate a dovere da misture a base di taurina, birra e wiskey alla "modica" cifra di 8 euro a bicchiere. 5 giorni di sgasate dei bus navetta sotto casa come si fosse ai box di Monza, di parcheggi selvaggi con lagnanze raccolte in prima persona visto il servizio "in prima linea" alle transenne di strada di Boiago a dare informazioni, consigliare percorsi alternativi, calmare gli animi, raccogliere lamentele. Benefici per il quartiere? Nessuno, nulla per chi ci vive, nulla per chi ha negozi. Di quei 16 milioni d'indotto di cui si favoleggiò in sede di presentazione del festival non s'è sentito nemmeno il profumo d'un cappellino o d'una t-shirt in omaggio. Una nota positiva rispetto alle passate edizioni? La pulizia, davvero buona, delle strade non ridotte a quei letamai che ci toccava ripulire ad ogni risveglio. Una preoccupazione per il futuro? L'accordo firmato per il palco fisso, che tradotto significa manifestazioni a gogò, e la fresca notizia della moltiplicazione del festival. San Giuseppe così diverrà un "Barnum" permanente con una viabilità al collasso e, dulcis in fundo, collo sventramento dell'Ultimo Miglio dell'Ostiglia, già pesantemente occupato, le foto parlano chiaro!, in questi giorni. Un'occupazione tanto più significativa in quanto il 30 agosto si è "festeggiato" 1 anno esatto di ritardo dal termine di consegna dell'opera, fissato al 30 agosto 2017! Più che celebrare fasti virtuali sarebbe opportuno ragionare di opportunità reali per noi del quartiere e per la città intera.

Vittore Trabucco


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