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Giorgio Napolitano, un legame eterno con il Veneto e la "sua" Padova

Scappato da Napoli durante la guerra, ha trovato rifugio a casa di sua zia all'ombra del Santo. Qui si è formato e ha deciso di intraprendere la vita del politico. Ha festeggiato i suoi 80 anni con gli studenti del Tito Livio

Giorgio Napolitano con Zaia

Da qualche giorno il suo quadro clinico era precipitato. Ieri 22 settembre a Roma è morto Giorgio Napolitano. Era nato a Napoli il 29 giugno 1925. E' stato l'undicesimo presidente della Repubblica Italiana a cavallo tra il 15 maggio 2006 e il 14 gennaio 2015. E' stato il primo capo di stato italiano ad essere eletto per un secondo mandato. La sua figura è molto legata al Veneto alla città di Padova dove oltre ad aver studiato ha anche vissuto. Durante il suo mandato da presidente della Repubblica è stato più volte in visita a Venezia e in un'occasione anche a Treviso.

Napolitano e la citta del Santo

Giorgio Napolitano, ha studiato a Padova al liceo classico Tito Livio nell’anno scolastico 1941-1942, proveniente dal liceo Umberto I di Napoli. A causa della guerra ha dovuto lasciare la sua città e insieme alla sua famiglia ha trovato rifugio proprio a Padova, a casa di una zia. Arrivò ad anno scolastico già iniziato e in quell’anno conseguì brillantemente la maturità classica, ma soprattutto, com’egli ricorda nel suo bel libro autobiografico, venne a contatto con importanti personaggi della cultura e dell’antifascismo e fu in questa situazione che nacque in lui l’idea di poter coltivare la passione politica, come poi, dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza, fece.

Brindisi per gli 80 anni a Padova

Napolitano tornò nella "sua" Padova in occasione del suo ottantesimo compleanno nel giugno del 2005. Proprio in quell'occasione con la presenza dell'allora sindaco Flavio Zanonato, Napolitano riuscì a visitare quella che un tempo fu la sua scuola, appunto il Tito Livio. La sorpresa fu resa ancora più emozionante quando al presidente venne mostrata la pagella di quando aveva frequentato il prestigioso liceo padovano. Il legame indissolubile con la città si fortificò ancora di più qualche anno dopo quando il senatore a vita della Repubblica torno a Padova e trascorse qualche ora in compagnia degli studenti del liceo. Fa un confronto piacevole, ricco di emozioni,  che il senatore amava ricordare anche dopo quella visita e che ha tenuto nel suo cuore come uno dei ricordi più belli. 

Zaia: «Con lui un salto di qualità verso il federalismo»

«Con l’affermazione che l’autonomia è vera assunzione di responsabilità, il Presidente Napolitano non solo riconobbe la coerenza con la Carta fondamentale delle aspirazioni dei Veneti ma, da garante della Costituzione, rimarcò il solco tracciato dai nostri Padri Costituenti, a cominciare dal suo predecessore Luigi Einaudi, con il loro disegno di una Repubblica squisitamente aperta alle autonomie. In questo e in altri richiami segnò un salto di qualità verso il federalismo. Anche per questo esprimo gratitudine alla memoria del Presidente Giorgio Napolitano nel momento del cordoglio mio e di tutto il Veneto per la sua scomparsa». Queste le parole con cui il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, esprime il cordoglio per la morte del Presidente Emerito della Repubblica Giorgio Napolitano.

«Il Presidente Napolitano è il Capo dello Stato nelle cui mani ho giurato fedeltà alla Costituzione da ministro delle Politiche Agricole nel 2008 – prosegue il Governatore -. Nel segno della Carta su cui è fondata la Repubblica, a lui mi lega anche questo momento personale. Ma, in questo momento di lutto, il ricordo che più desidero sottolineare è quello di un uomo delle istituzioni molto vicino al Veneto, terra che gli apparteneva per aver abitato a Padova, dove ha studiato al Liceo Tito Livio, durante la seconda guerra mondiale».

«Ho avuto modo di incontralo in più occasioni durante le sue visite in Veneto e sempre, con la sua cortesia, faceva risaltare un interesse vivo per la nostra Regione – conclude il Presidente Zaia -. Ricordo la telefonata con cui mi raggiunse in occasione dell’alluvione del 2010, colloquio in cui si informava sui danni e sulle condizioni dei cittadini; mi annunciava il suo arrivo a breve e, dimostrando ancora una volta la sua attenzione per le realtà locali, il desiderio di incontrare i sindaci. Sentiva realmente che lo Stato non si fondava esclusivamente sulle istituzioni centrali. In più occasioni, infatti, ha riservato parole per sottolineare che gli enti territoriali erano quelli maggiormente vicini ai cittadini. Un ruolo che riconobbe   anche con la sua rielezione al Quirinale, la prima nella storia della Repubblica, quando disse pubblicamente che era stato l’appello dei Governatori delle Regioni ad averlo convinto ad accettare».


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