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Casa di comunità ad Asolo: «Nasce la medicina di prossimità»

Giovedì 22 febbraio la posa della prima pietra della struttura che sarà realizzata nella sede dell’ex ospedale in via Forestuzzo in carico all’Ulss 2 per una somma di 2 milioni e 300mila euro in gran parte coperti da fondi Pnrr

In foto: l'assessore Lanzarin, il sindaco Migliorini e il dg Benazzi

Un punto unico di accoglienza, una sala d’attesa, un punto prelievi, 15 ambulatori, locali per servizi di diagnostica di base, una sala polivalente, uffici.Tutto concentrato in un’unica sede. È la carta d’identità della Casa della Comunità di Asolo, la struttura di sanità territoriale che sarà realizzata nel complesso dell’ex Ospedale in via Forestuzzo ad Asolo grazie a un importante intervento di ristrutturazione, di messa a norma per adeguamento antincendio e antisismico e di ammodernamento degli spazi in carico all’Ulss 2 Marca Trevigiana.

Giovedì mattina, 22 febbraio, con gli interventi del sindaco di Asolo Mauro Migliorini, del direttore generale dell’Ulss 2 Francesco Benazzi e dell'assessore alla Sanità del Veneto, Manuela Lanzarin, alla presenza di altri sindaci e di rappresentanti della Provincia di Treviso e del Consiglio Regionale, si è tenuta la cerimonia della posa della prima pietra di quello che diverrà il punto di riferimento per la cittadinanza del territorio relativamente ai bisogni di assistenza di base, sia sanitaria che socio-sanitaria a valenza sanitaria. Il progetto della Casa della Comunità di Asolo interessa una porzione di 900 mq al piano terra dell’edificio esistente. Il quadro economico dell’opera ammonta a 2 milioni e 300mila euro, di cui 1.586.139,04 euro per lavori. La cifra complessiva è coperta per 1 milione e 830mila euro con fondi Pnrr (Missione 6 - Salute; Componente 1 - Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale). I restanti 470mila euro provengono invece da fondi FSR/GSA (Fondo Sociale Regionale/Gestione Sanitaria Accentrata) per il tramite della Regione Veneto. I lavori, affidati all’impresa appaltatrice I.Tec. Costruzioni Generali Srl di Villa del Conte (PD), dureranno 345 giorni. La posa della prima pietra dell’intervento è stata simbolicamente rappresentata dall’affissione di una targa attestante l’inizio dei lavori di ristrutturazione, benedetta dal Parroco di Asolo e Pagnano mons. Giuseppe Minto.

I commenti

«Correva l’anno 1989-90 quando l’ex Ospedale di Asolo veniva chiuso - le parole del sindaco Mauro Migliorini nel suo intervento -. Oggi facciamo un gesto simbolico ma estremamente importante: grazie all’azione della Regione Veneto e dell’Ulss 2, una parte dell’ex ospedale tornerà a essere usufruibile non solo dai cittadini di Asolo ma anche dell’intero territorio dell’Asolano e della Pedemontana. Una “rinascita” che andrà incontro alle esigenze di diverse fasce della popolazione. Io sono convinto che sarà una struttura che sarà vissuta, che darà risposte e sarà un fiore all’occhiello per tutta la sanità del nostro territorio».

«È un’opera importante che va nella logica di dare dei servizi nel territorio - ha dichiarato il dg Francesco Benazzi -. È fondamentale avere nel territorio un punto di riferimento importante sia di medicina generale ma soprattutto per il cittadino che trova un luogo dove trova una serie di servizi, specialisti, medici di famiglia e trova anche l’infermiere di famiglia che può seguire il percorso dalla prevenzione fino alla cura. Ringrazio i progettisti e l’impresa che avranno un anno di tempo per realizzare il tutto. A marzo del 2025 noi avremo l’opera e avremo la fortuna di poterla poi utilizzare per i cittadini di questo posto».

«Oggi siamo qui per l’avvio dei lavori della prima Casa della Comunità nell’Ulss 2 Marca Trevigiana, dove ne sorgeranno 17 - è un passo dell’intervento dell’Assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin -. Questo nella scia della programmazione che la Regione Veneto sta mettendo in campo e che è legata al Pnrr e al Decreto amministrativo 77 che definisce cosa deve esserci all’interno di una Casa della Comunità. È un momento importante anche perché andiamo a riqualificare strutture che sono state presìdi storici importanti e che oggi diventano “convocazione territoriale”. Questo vuol dire che devono essere presìdi per una popolazione che ha una aspettativa di vita sempre più lunga, grazie anche alle nostre eccellenze sanitarie, ma che deve essere seguita e accompagnata. Quindi la medicina territoriale di prossimità, che è un po’ il succo di quello che troverete dentro questa nuova struttura riqualificata, va in questa direzione».


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